Baby squillo: le confessioni dei clienti
03/07/2014 di Alessio Barbati
VOLEVANO FARE LA BELLA VITA – «Al telefono non si comportavano come due professioniste, mi dicevano di fare queste cose perché volevano fare la bella vita, comprarsi borse, occhiali e abiti firmati» si giustifica uno, «Mettevano subito le cose in chiaro: erano molto volgari, sono rimasto scioccato» aggiunge il “perbenista”.«Non si comportavano come professioniste – conferma uno dei tanti – mi dicevano di dover fare tutto oggi, al massimo entro un paio d’ore». «Anche se non le conoscevo per niente: mi raccontavano dei genitori, professionisti e medici, e mi dicevano che facevano queste cose perché volevano fare la bella vita e andare nei locali».
PARLAVANO SEMPRE DI SESSO – «Parlavano sempre di sesso, senza peli sulla lingua – racconta chi le ha frequentate – non te lo aspetti da una ragazzina, anche se pensi che abbia 18 anni. Invece loro erano sempre molto esplicite. Mettevano subito le cose in chiaro: cosa facevano a letto, cosa non facevano e fissavano i prezzi. Erano molto volgari – continuano a sottolineare i più timidi – ridevano, dicevano di aver avuto molti clienti e che per loro fosse normale comportarsi così». «Sì, sono stato in quell’appartamento – confessa un altro cliente – C’era puzza di fumo da asfissia. Le ho beccate su internet, pensavo fosse un bordello. Dovevo incontrare solo una delle due, l’altra era nella stanza, ma di spalle. Non voleva guardarmi, non voleva essere riconosciuta. Mentre stavo con lei il cellulare continuava a squillare, ha fissato un appuntamento con un altro cliente subito dopo di me. Mi ricordo che ha detto: il “regalino” è 150».
CHI NEGA E CHI AMMETTE IL VIZIO – «Non ho fatto niente, non era il mio tipo» giura uno degli intercettati «Non ho dormito per mesi» ammette un altro «Ora l’angoscia è tornata, forse un prezzo da pagare c’è». C’è chi, essendo un habitué del sesso a pagamento, non ricorda il caso specifico «Le baby squillo dei Parioli? Faccio queste cose in continuazione, non me le posso ricordare tutte» e ammette placidamente «Mi piacciono le non professioniste, intorno ai 18 anni. Quattro giorni fa sono stato con una, credo avesse 19 anni. Forse meno. Io chiedo sempre l’età, ma può capitare che poi magari 18 anni non li abbiano ancora compiuti. E forse nemmeno 17. Per un periodo riesco a calmarmi, ma poi mi viene voglia. E le chiamo. A volte non ci vado neanche. Le ascolto al telefono o ci scambio messaggi. Una specie di “rapporto epistolare”, lo chiamo io. Altre volte prendo un appuntamento e le guardo da lontano. Non sempre ci vado a letto» “Sono sempre piccole?” domanda il reporter del Messaggero «Te l’ho detto, mi piacciono quelle di primo pelo»
L’ESIGENTE – C’è anche chi, infastidito dalla poca “professionalità” delle due ragazze di 14 e 16 anni, reclama serietà: «Per loro sembrava un gioco, non erano serie. Avevo fissato un appuntamento, non stavano ancora ai Parioli. Mi avevano detto di aspettarle a piazza Fiume. Io mi sono presentato, ma loro non c’erano. Quando le ho chiamate ero molto arrabbiato, ma loro mi hanno detto che il padre di un loro amico aveva avuto un incidente in auto. Ma ovviamente era una scusa. Sembrava che non prendessero la cosa sul serio, che per loro questo fosse solo un passatempo come un altro»