Bail-in, Mario Draghi chiede di applicarlo con coerenza
02/02/2016 di Andrea Mollica
Bail-in
Mario Draghi ha spento le aspettative dell’Italia su una possibile modifica delle nuove regole dei salvataggi bancari. Il presidente della Bce ha chiesto un’applicazione coerente della direttiva BRDD che ha introdotto il nuovo meccanismo con cui risolvere gli istituti di credito in dissesto.
BAIL-IN BANCHE
Il bail-in non piace all’Italia, come hanno dimostrato le ultime dichiarazioni di Ignazio Visco e Pier Carlo Padoan. Il governatore di Bankitalia si è spinto fino a chiedere un’introduzione più lenta del previsto, mentre il ministro dell’Economia ha ribadito l’importanza di affiancargli immediatamente l’assicurazione comune sui depositi. Dall’intervento svolto da Mario Draghi al Parlamento europeo sono arrivate però parole che rassicureranno poco Roma. Draghi e Visco sono legati da molto anni, e possono essere considerati anche personalmente assai vicini, ma sul bail-in il presidente della Bce ha preso una posizione distante da quella dell’istituto centrale da lui diretto tra il 2005 e il 2011. Nel corso del suo intervento di fronte agli eurodeputati Mario Draghi ha rimarcato come il nuovo meccanismo di risoluzione delle banche debba essere applicato in modo coerente alla sua introduzione. Una dichiarazione che echeggia quanto già ribadito dalla Commissione: il bail-in è stato approvato dall’unanimità dei Governi dei 28 Stati Membri, e dalla netta maggioranza dei partiti europei. Di conseguenza, sembra assai improbabile che, vista la mancanza di volontà politica tra gli esecutivi nazionali così come la difesa delle istituzioni comunitarie, possano essere introdotte modifiche alla direttiva BRDD. Bankitalia, così come il Tesoro, sono particolarmente timorose per la normativa che prevede di ricapitalizzare le banche non solo con la compartecipazione degli azionisti, ma anche con quella degli obbligazionisti.
BAIL- IN SIGNIFICATO
Mario Draghi ha ribadito la necessità di completare rapidamente l’unione bancaria, introducendo l’assicurazione comune sui depositi. Un progetto che deve prevedere la condivisione dei rischi, e al contempo una riduzione dei rischi, aprendo così alle posizioni della Germania. Il Governo di Berlino, che espone una valutazione di diversi esecutivi dei Paesi UE, è disposto a dire sì al meccanismo unico di garanzia dei depositi bancari a condizione che i bilanci degli istituti siano rafforzati. Un’eventuale garanzia comune sui depositi renderebbe meno traumatica l’adozione del bail-in per l’Italia, spaventata per lo stato piuttosto precario di molti istituti. Nelle banche italiane ci sono bilanci pieni di sofferenze e crediti incagliati, a livelli record nell’eurozona, che peserebbero meno se ci fosse una crescita economica più solida. Le prospettive non sono però particolarmente rassicuranti neanche su questo caso, almeno secondo Mario Draghi, che ha rimarcato come il Quantitative Easing abbia evitato una caduta nella deflazione. In eurozona si registra una ripresa moderata, che però è messa in dubbio dall’aumento dei rischi geopolitici, e dalla marcata frenata dei Paesi emergenti, alcuni dei quali come Russia e Brasile in piena recessione. Il presidente della Bce ha evidenziato come l’architettura dell’unione monetaria sia ancora incompleta, ribadendo l’importanza del rispetto del Patto di stabilità e crescita per mantenere in equilibrio i bilanci pubblici.
Photo credit: PATRICK HERTZOG/AFP/Getty Images