La nuova bufala della foto dei bambini siriani morti sotto i bombardamenti francesi
24/11/2015 di Valentina Spotti
Nelle ultime ore sta circolando su Facebook un’angosciante foto che ritrae una lunga fila di cadaveri di bambini, avvolti in teli bianchi, sistemati sul ciglio di una strada mentre alcuni uomini e donne si direbbero intenti al riconoscimento delle piccole salme. L’immagine è corredata da uno status – che al momento circola prevalentemente in lingua inglese, in cui si legge che questi bambini sarebbero vittime dei bombardamenti francesi e americani sulla Siria, bombardamenti che si sono intensificati all’indomani degli attentati del 13 novembre.
Siria, ieri. Già, questi bombardieri americani e francesi hanno stanato questi terroristi! Mi chiedo quanti minuti di silenzio, quante bandiere ammainate, quante dirette di RTE, BBC e Sky e quante persone indignate ci saranno? Che differenza c’è?
DA DOVE VIENE QUELLA FOTO –
In realtà, come spiega Snopes.com, quella foto non ha nulla a che vedere con i bombardamenti francesi e americani sulla Siria. Quei bambini sono sì siriani, ma sono morti durante l’ondata di attacchi chimici perpetrati in Siria durante l’estate del 2013. Quella foto, in particolare, è stata diffusa da Associated Press il 22 agosto del 2013, con il titolo: «Le forze siriane bombardano l’aerea di presunti attacchi chimici». Si tratta di una foto tristemente “famosa”, circolata subito dopo un presunto attacco chimico in un quartiere periferico di Damasco avvenuto il 21 agosto 2013, nel quale morì un numero imprecisato di persone – si parla tra le 280 e le 1720 vittime, molte delle quali erano bambini. La responsabilità di quell’attacco non fu mai accertata.
LE FOTO DELLE VITTIME DEI RAID –
Già alcuni giorni fa, all’indomani dei primi raid francesi sulla Siria dopo gli attacchi del 13 novembre, erano circolate sul web una serie di foto che volevano essere testimonianza delle vittime civili dei bombardamenti. Anche quelle foto tuttavia non avevano nessuna connessione con i fatti recenti e, anzi, circolano in Rete da anni.
(Photocredit copertina: snopes.com)