Le lacrime del bambino di 8 anni a cui viene impedito di giocare a pallanuoto perché non vaccinato
25/10/2017 di Redazione
«A me dispiace anche per il bambino. Si è messo a piangere quando gliel’ho detto. Ma sono un pubblico ufficiale e non potevo comportarmi diversamente». Parola del medico della Asl di Udine che non ha rilasciato il certificato per permettere a un bambino di otto anni di praticare la pallanuoto a livello agonistico. Il ragazzino, 8 anni, è figlio di genitori no-vax di Cividale del Friuli che, per questo motivo, non lo avevano sottoposto alla vaccinazione anti-tetano.
LEGGI ANCHE > Felipe non potrà giocare a rugby perché non ha il vaccino anti-tetano
BAMBINO NON VACCINATO PALLANUOTO, LA STORIA
«Il bambino è sano e non presenta nessuna anomalia dal punto di vista clinico – ha raccontato il dottore al Corriere della Sera -, ma non aveva il tesserino e il padre ha sottolineato la sua contrarietà ai vaccini. Per questo motivo, non ho rilasciato l’idoneità». Il medico ha fatto appello a una legge del 1963 che impone la vaccinazione anti-tetanica a tutti gli iscritti al Coni.
BAMBINO NON VACCINATO PALLANUOTO, UNA VICENDA CONTROVERSA
La vicenda sta facendo molto scalpore a livello di cronaca locale e può essere paragonata a quanto accaduto qualche settimana fa a Bassano del Grappa dove, per lo stesso motivo, è stata negata l’autorizzazione a svolgere attività agonistica a un giovane rugbista, estromesso di conseguenza dalla sua squadra. «Non credo spetti a noi sindacare se l’atleta abbia fatto o meno l’anti-tetanica – spiega il presidente regionale della federazione dei medici sportivi Fernando Agrusti -. Se questa vaccinazione manca all’appello, dovremmo invitare i genitori del ragazzo a fargliela fare, ma le motivazioni per negare l’idoneità sono altre».
E i genitori annunciano battaglia: hanno trenta giorni di tempo per presentare ricorso davanti a una commissione regionale. «In tanti anni – dicono dalla piscina di Cividale del Friuli – non abbiamo mai affrontato un caso del genere». Il bambino di 8 anni continuerà ad allenarsi, ma in disparte rispetto agli altri bambini e, in ogni caso, non potrà giocare le partite previste in calendario da gennaio. E il suo sogno di praticare sport viene messo a rischio dalle decisioni altrui.