Riforma delle banche di credito cooperativo, Renzi vuole il modello Crédit Agricole
16/12/2015 di Redazione
Matteo Renzi è appena tornato a parlare di riforma delle banche di credito cooperativo annunciando che ci sarà un «accorpamento» degli istituti. Il presidente del Consiglio ha detto di immaginare la formazione di un unico gruppo bancario delle Bcc sul modello della terza banca francese, la Crédit Agricole. Secondo il premier «ci sono stati troppi direttori generali e troppi consulenti» e che «troppo hanno giocato a fare i piccoli banchieri».
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RIFORMA BBC, RENZI VUOLE IL MODELLO CRÉDIT AGRICOLE –
Le banche di credito cooperativo (attraverso Federcasse, la loro associazione di categoria) nell’estate scorsa hanno consegnato al Ministero dell’Economia il loro testo di autoriforma. Ma il modello Crédit Agricole indicato da Renzi è molto diverso dal progetto di autoriforma. Spiega Vittoria Puledda su Repubblica:
«Credo che sia un po’ una semplificazione, mi stupirei se il decreto si discostasse dalla nostra proposta», spiega Alessandro Azzi, presidente di Federcasse. Tuttavia non è escluso che Renzi abbia in testa uno schema un po’ diverso da quello avanzato da Federcasse, che vede una capogruppo (possibilmente unica) in forma di Spa, cui aderiscono con un “patto di coesione” (un contratto) le varie Bcc, che godono di autonomie crescenti a seconda del grado di salute dei conti.
Ma se i dettagli sono ancora sfumati, il concetto è chiaro: Renzi intende accorpare e rafforzare il sistema bancario (cosa che finora, in realtà, non è ancora successo nemmeno con le popolari). «Non sta scritto da nessuna parte che il credito debba essere appannaggio di pochi grandi banchieri», ha ribattuto ieri Azzi. Ma se lo stesso Renzi ha sottolineato che «il sistema bancario è molto più solido di quanto raccontino» e che Intesa «è molto più forte di Deutsche Bank», a questo punto è necessario procedere con le aggregazioni.
(Foto di copertina: Ansa / Angelo Carconi)