Banda larga: cosa cambia
03/03/2015 di Redazione
Il nuovo piano nazionale del Governo per la banda ultralarga si propone un mix di investimenti pubblici e privati. L’obiettivo è creare le condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili. Le due strategie, spiega il comunicato di Palazzo Chigi, “mirano a colmare il ritardo digitale del Paese sul fronte infrastrutturale (Strategia Per La Banda Larga e Ultralarga) e nei servizi (Strategia per la Crescita Digitale)”. Sono stati stanziati 6 miliardi, da qui al 2020, tra fondi europei, nazionali e regionali.
BANDA LARGA: I PUNTI – Di seguito le azioni previste: agevolazioni tese ad abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi; coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti; adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo; incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie per promuovere il “salto di qualità”; incentivi pubblici per investire nelle aree marginali; realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato. Ecco qui il comunicato di palazzo Chigi:
L’Italia nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (NGA) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps (Megabyte per secondo), un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps. Da qui, la necessita’ di recuperare il gap e raggiungere l’obiettivo strategico di massimizzare la copertura entro il 2020 da un punto di vista infrastrutturale, raggiungendo come minimo gli obiettivi definiti per il secondo pilastro dell’Agenda Digitale Europea – cioè Internet in ultrabroadband ad almeno 100 Mbps per almeno il 50% della popolazione come utente, con un 100% dei cittadini che abbiano la copertura a 30 Mbps – ma dandosi come obiettivo del piano il raggiungimento dei 100 Mbps fino all’85% dei cittadini. Parallelamente alla creazione delle infrastrutture digitali, attraverso la Strategia per la Crescita Digitale, il Governo intende stimolare la creazione e l’offerta di servizi che ne rendano appetibile l’utilizzo e la sottoscrizione di abbonamenti in ultrabroadband.
L’obiettivo della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga è quello di rimediare a questo gap infrastrutturale e di mercato, creando le condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili. Le risorse pubbliche a disposizione sono i fondi europei FESR e FEASR, il Fondo di Sviluppo e Coesione, per complessivi 6 miliardi, a cui si sommano i fondi collegati del Piano Juncker. Dall’impegno, più o meno significativo, da parte dei privati dipenderanno in parte i risultati per la copertura nei 4 cluster individuati dal Piano sul territorio italiano, in base a caratteristiche simili ma con costi e complessità di infrastrutturazione crescenti.
BANDA LARGA: OBBIETTIVI DELLA COPERTURA – Non solo: tra le azioni infrastrutturali cross, che la Strategia si pone c’è il Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) per un accesso sicuro e protetto ai servizi digital, il Digital Security per la PA, la centralizzazione e programmazione della spesa/ investimenti, il sistema Pubblico di Connettività linee guida, regole tecniche e infrastrutture per garantire la connettività e l’interoperabilità Wifi negli uffici pubblici e nelle scuole/ospedali. Si punta a massimizzare la copertura a 100 mbps, garantendo almeno 30 mbps nelle aree più marginali.
(In copertina FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images)