Obama: distruggeremo l’ISIS in tre anni

E’ la questione dell’ISIS ad occupare la testa di Barack Obam; il presidente degli Stati Uniti ne promette la distruzione. Cauto l’ottimismo sulla situazione in Ucraina.

 

LA CONFERENZA AL VERTICE NATO – Il presidente Barack Obama si è presentato in conferenza stampa al termine del vertice NATO in Galles, dicendosi cautamente ottimista quanto scettico sulla tenuta della tregua appena firmata tra Kiev e i separatisti filorussi. Il presidente americano ha ricordato che «la nostra alleanza è unanime nella difesa della sovranità dell’Ucraina» e quindi si è anche attribuito il merito di aver deciso per le sanzioni alla Russia, che avrebbero spinto Putin nella direzione giusta.

TUTTI CONTRO LIISIS – Più profonda l’analisi della minaccia da parte dell’ISIS, secondo Obama esiste il supporto di molti Paesi contro il califfato, ma c’è la necessità pratica e politica di avere il sostegno dei principali paesi sunniti e anche quello dei sunniti iracheni. Questo si rende necessario perché oltre ai bombardamenti, per “sgominare il Califfato” si rendono necessarie delle azioni sul territorio Washington non pare intenzionato a portare altri uomini in zone di guerre, men che meno se si parla di combattere l’ISIS in Siria.

Obama ha comunque voluto chiarire che la sua affermazione di ieri, che aveva scatenato polemiche perché il presidente indicava l’obiettivo di rendere «gestibile» l’ISIS si riferiva al periodo di contenimento che nelle intenzioni prelude alla distruzione del gruppo.

L’ISIS DEVE MORIRE – Obama immagina quindi di combattere lo Stato Islamico con l’aiuto di alleati locali «moderati»; l’obbiettivo è quello di distruggere l’ISIS entro i prossimi tre anni. La strategia per farlo è quella di ridurre il territorio nel quale i suoi uomini si muovono liberamente e di far fuori i suoi capi, come fatto in Somalia. E infatti non è un caso che Obama abbia citato l’esempio recentissimo dell’uccisione di Ahmed Abdi Godane in Somalia, uno dei leader dei locali al Shabaab, formazione che negli ultimi anni è stata quasi spazzata via da un intervento multinazionale che si è rivelato efficace, a differenza di altri tentativi meno inclusivi operati in passato.

 

 

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