Barack Obush… Ma che palle!

18/10/2011 di John B

Giulietto Chiesa si unisce a Pino Cabras e riesce a fare peggio che mai


S’intitola Barack Obush l’ultima fatica letteraria di Giulietto Chiesa, coautore con Pino Cabras di un mattone di 208 pagine edito dalla notissima casa editrice Ponte delle Grazie, di cui non ho voluto visitare il sito Web perché un messaggio di Google mi ha avvertito che “dal test di 55 pagine del sito eseguito negli ultimi 90 giorni, è emerso che da 11 pagine è stato scaricato e installato software dannoso senza l’autorizzazione dell’utente”.

AVVISI – Peccato che il motore di Google non possa controllare anche i libri. In tal caso probabilmente alla voce Barack Obush avrebbe detto che “Dal test di 208 pagine è emerso che il contenuto è potenzialmente nocivo”. L’accoppiamento è già una garanzia della scarsissima qualità del testo. Il Giulietto Chiesa degli ultimi anni ha sfornato una serie impressionante di bufale – su Perle Complottiste il suo tag restituisce ben 28 ricorrenze – e Pino Cabras lo segue a ruota specialmente con riferimento alle teorie secondo cui gli attacchi dell’11 settembre 2001 furono un auto-attentato. Il “nuovo” libro ha una sola cosa di nuovo: il titolo.

LA SOLITA NENIA – Tutto il resto non è altro che la solita nenia trita e ritrita di quell’anti-americanismo costruito durante la Guerra Fredda con i fondi del KGB e ancora tanto caro ai nostalgici sognatori di quella rivoluzione delle masse operaie che non si è mai concretizzata, anche perché chi dovrebbe guidarla non ha alcuna intenzione di sporcarsi l’abito di Armani o rovinare il Rolex che porta al polso. Ora Giulietto e Cabras se la prendono con Obama, colpevole di aver sostanzialmente proseguito la linea tracciata a suo tempo da Bush. Davvero, vien da chiedersi in che mondo vivano Giulietto e Cabras.

MOTIVI – Gli Stati Uniti sono un affare di oltre 310 milioni di abitanti con un’economia da oltre 15 mila miliardi di dollari annui (pari a più del 20% dell’economia mondiale) che importa più beni di qualsiasi altro paese del mondo ed è al terzo posto mondiale tra gli esportatori. Una massa indescrivibile di industrie, servizi, reti di comunicazione, enti di ricerca. Nessun uomo al mondo può andare alla presidenza degli Stati Uniti e cambiare in pochi anni la rotta inerziale di una simile massa. Si possono fare aggiusti di traiettoria, si possono fare piccoli spostamenti per bilanciare meglio e diversamente i pesi, niente più. Soprattutto, non si comprende la ragione per cui Obama – o qualsiasi altro presidente americano – dovrebbe fare gli interessi degli europei, dei russi, dei cinesi, dei musulmani… e non quelli americani! Bisognerebbe chiedere a Giulietto e Cabras per quale motivo – secondo loro – gli americani scelgono un presidente. La storia non ha portato esempi di presidenti e capi di stato eletti per danneggiare il proprio paese e avvantaggiare le altre nazioni. Sì, può succedere che un governante finisca per fare proprio questo a causa della sua inettitudine, ma certo non viene eletto a questo scopo.

UN PASSO INDIETRO – Facciamo un passo indietro. C’è qualcuno che pensa davvero che Bush sia stato felice di ritrovarsi a combattere due guerre oltremare in Afghanistan e in Iraq, oltre a una guerra globale contro il terrorismo che non ha confini di spazio e di tempo? Bush si era insediato da pochi mesi quando gli è piovuta addosso la tegola dell’11 settembre 2001 e da quel momento tutta la sua azione politica è stata condizionata da quell’evento, con tanto di guerre (giuste o sbagliate che siano) e una crescita sproporzionata delle spese militari, con l’inevitabile conseguenza di abbattere l’economia interna… E a quella prima tegola ne sono seguite almeno altre due: l’uragano Katrina e la grande crisi del sistema bancario americano. Bush non aveva la bacchetta magica e non ce l’ha nemmeno Obama: le ferite provocate da quelle tegole sono ancora sanguinanti e Obama non può nemmeno pensare a grandi cambiamenti prima che la nazione sia guarita, sempre che nel frattempo non arrivi qualche altra tegola.

NOIA – L’intera premessa su cui si basa il libro di Chiesa e Cabras, l’identità tra Obama e Bush, è un “nonsense”. I due presidenti sono radicalmente diversi sotto il profilo personale, ma i problemi degli USA nel 2011 non sono poi così diversi da quelli di 5 o 10 anni fa, e le soluzioni praticabili non consentono ampi spazi di manovra. E’ pacifico che su certi temi la politica di Obama non possa distaccarsi da quella di Bush, non si è una questione di scelte ma è un percorso obbligato. Eppure Chiesa e Cabras sembrano proprio non capire un concetto così semplice e banali. Le prime pagine del libro già torturano la pazienza con lunghe disquisizioni filosofiche del perché i soldati americani abbiano ucciso Osama Bin Laden. Almeno questo è un passo avanti. Fino a poco tempo fa i complottisti sostenevano che Bin Laden non fosse stato ucciso nell’operazione dei SEAL. Adesso che è impossibile continuare a sostenere la tesi alternativa (c’è l’intera famiglia di Osama che ne conferma l’uccisione, ci sono numerosi testimoni, c’è tutta la rete terroristica di Al-Qaeda che lo ammette) se ne costruisce un’altra: perché mai hanno ucciso Bin Laden? E perché in quel modo? Perché hanno gettato il corpo in mare?

E ALLORA – Verrebbe da rispondere: chissenefrega. L’hanno ammazzato, sì o no? Sì. E allora basta, Giulietto. E poi ancora il complotto dell’11 settembre, la difesa di un indifendibile regime iraniano, la litania dell’impero americano moribondo e decadente… Se lo leggesse un americano, probabilmente scoppierebbe a ridere. Una coppia di italiani (ossia di cittadini del paese governato da un ultrasettantenne che si sollazza con i bunga bunga e che ha un’economia sull’orlo del fallimento finanziario) scrive un libro per criticare Obama e per dire che l’impero economico americano è in crisi. Ma c’è una ragione. C’è una teoria. Ovviamente alternativa. La teoria di Chiesa e Cabras è che gli americani, per salvare la propria economia e i propri dollari, debbano affondare l’euro. Ecco la ragione della crisi dell’euro e delle economie europee. Se la nostra economia fallisce, quindi, non è colpa di una classe politica nazionale ed europea (di cui lo stesso Chiesa faceva parte fino a pochi anni fa, in qualità di europarlamentare) incapace: è colpa di Obama, reincarnazione di Bush, e degli amerikani. Che palle…

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