Ius soli, Bechis lancia la campagna: «Quel che non mangia Delrio me lo pappo io»
05/10/2017 di Gianmichele Laino
Il mestiere di giornalista, talvolta, trova degli sbocchi impensabili. Specialmente per le cosiddette «firme», quei cronisti a cui si associa anche un volto televisivo e una certa influenza sulla carta stampata (che oggi si traduce anche in una divulgazione di opinioni molto efficace sui social network). Franco Bechis, giornalista di Libero, risponde a questo identikit. E stavolta ha davvero esagerato.
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BECHIS IUS SOLI, SUI SOCIAL PRENDE IN GIRO DELRIO
Per fare la parodia alla protesta sacrosanta del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che ha annunciato lo sciopero della fame per manifestare contro il blocco dell’iter legislativo per lo ius soli, ha lanciato su Facebook la campagna «Quel che non mangia Del Rio me lo pappo io!». Con tanto di errore nella trascrizione del cognome del ministro.
Il post è corredato dagli immancabili hashtag (#politicallyscorret #dieteapunti#scioperodellafame #iusoli #campagne #pietrosenaldi #francobechis) e da una foto dello stesso giornalista mentre addenta con voracità una focaccina all’olio. Insomma, siamo veramente nello scivoloso terreno del like facile e populista e si rende banale, in questo modo, una questione di civiltà come lo ius soli.
BECHIS IUS SOLI, SALVINI SULLA STESSA LINEA
Il problema è che questa campagna sta diventando virale sui social network. Prima di Bechis, anche Matteo Salvini, che viene indicato come il principale artefice in parlamento del naufragio della proposta di legge sullo ius soli, ha proposto un’iniziativa simile. Su Twitter, il leader della Lega Nord ha postato la foto di un succulento crem caramel, sottolineando la sua presa di distanza dallo sciopero della fame «proposto dalla sinistra» sul tema dello ius soli.
Io NON aderisco allo “sciopero della fame” della sinistra a favore dello #IusSoli.
E voi? #DelRio #Noiussoli pic.twitter.com/Qh39wAhMNE— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 5 ottobre 2017
Ma Salvini, si può obiettare, è un politico e si assume le responsabilità del suo modo di gestire la comunicazione. Bechis, invece, è un giornalista. E, francamente, il modo di irridere una questione così delicata ci sembra alquanto inopportuno.