Biblioteca Fabrizio Giovenale: la Stalla dei Tori, una storia di ordinaria ingiustizia

Segniamoci le date, perché sono importanti: fine degli anni ’80, per la precisione 1989; inizio dei duemila, ovvero 2003; nuovo millennio avanzato, 2010. Sono le tre date che hanno definito la storia di una parte importante del Centro di Cultura Ecologica, la Biblioteca Fabrizio Giovenale che, mentre scriviamo, è immersa nel primo dei tre mesi di gestione provvisoria, senza finanziamento da parte del Comune di Roma, che è proprietario della struttura e che, in attesa di una soluzione stabile, ha consentito alle associazioni che da dodici anni amministrano il centro, e a centinaia di studenti del quadrante nord-est di Roma di tenere aperto un polo di cultura immerso nel verde del Parco di Aguzzano; un importo minimo, in questi anni, ha fatto funzionare il Centro di Cultura Ecologica e ha fatto sì che rimanesse in attività: trentacinquemila euro all’anno, spiccioli per il bilancio di Roma Capitale.

BIBLIOTECA FABRIZIO GIOVENALE, LA STALLA DEI TORI E’ LA ROMA DA CAMBIARE

Una dotazione finanziaria ben sostenibile, che nel tempo sarebbe potuta essere addirittura annullata, azzerata, o quantomeno sostanzialmente diminuita se alla Biblioteca Fabrizio Giovenale fosse stato consentito di camminare con le proprie gambe e senza nessuna particolare concessione: semplicemente applicando quegli strumenti legali che le istituzioni stesse hanno messo nero su bianco. La Regione, che ha istituito il Parco Regionale Urbano di Aguzzano nel 1989, e il Comune di Roma, che ha firmato la convenzione con l’ATI Casale del Podere Rosa – Lipu, che dal 2003 gestisce il Centro di Cultura Ecologica – Biblioteca Fabrizio Giovenale: perché a fianco della struttura principale della Biblioteca – l’ex vaccheria riconvertita in sala studio – c’è un’altra struttura, un casotto ampio, una pertinenza insomma, che il piano d’assetto del Parco Regionale (una legge emessa dalla Regione Lazio, che ha valore di piena legge) adibisce dal 1989 ad area di “Punto Ristoro”: e che la convenzione fra il Comune di Roma e le associazioni metteva a disposizione, appena fosse stato possibile, alle attività del Centro di Cultura Ecologica. E invece, in tutti questi anni, alla Biblioteca Fabrizio Giovenale quanto messo nero su bianco è stato sempre sistematicamente negato.

COME STA ANDANDO: Biblioteca Fabrizio Giovenale, la storia di una brutta vittoria

Incuria della Pubblica Amministrazione, interessi politici incrociati, scarsa considerazione di una realtà ritenuta forse marginale nella geografia urbana: i motivi possono essere tanti. Questi i fatti: ecco le immagini prese dal Piano d’Assetto del Parco d’Aguzzano, documento pubblico, con valore di legge, liberamente e pubblicamente reperibile online sul sito di Roma Natura, ente regionale che ha la legale tutela di alcune zone verdi della capitale.

La legge del 1989 parla chiaro, dunque. Così come la convenzione approvata il 22 dicembre del 2003 dal Comune di Roma.

Gli altri immobili di pertinenza del Casale Alba 3 definiti come “Corpo B” presenti all’interno del Parco Regionale di Aguzzano, in conformità del Piano d’assetto del Parco, saranno destinati ed utilizzati per attività legate al centro di Cultura Ecologica e dell’Archivio ambientalista.

 

 

Dove, documento alla mano, il Corpo B del Parco di Aguzzano altro non è che la famosa Stalla dei Tori.

Bene, tutto sembra a posto: sta di fatto che le chiavi della Stalla dei Tori al Centro di Cultura Ecologica non sono mai state consegnate; né prima – legittimamente – quando ancora erano in corso i lavori di ristrutturazione dello stabile; né dopo, quando i lavori sono stati conclusi, nonostante la convenzione proclamasse il diritto del centro ad ottenere l’accesso alla struttura. E nonostante le associazioni che hanno gestito la Biblioteca abbiano a più riprese cercato di ottenere il rispetto dei termini: “L’intenzione per noi sarebbe stata, e rimane, quella di realizzare all’interno della stalla dei Tori una piccola attività profit ad alto livello di eticità, un piccolo punto ristorazione che possa essere di servizio alla comunità degli studenti che frequentano il centro”, dice Stefano Petrella, direttore della Biblioteca Fabrizio Giovenale. Un modo per abbattere e arrivare ad azzerare, persino, i costi – già irrisori – della biblioteca, secondo lo staff. Nel 2010, contravvenendo al piano d’assetto, il Comune di Roma installa nella Stalla dei Tori di un'”Unità temporanea di Scopo per la Costituzione, e il primo avvio, di un Centro per la formazione del personale delle strutture operative della Protezione Civile”. Un ufficio, insomma.

La delibera è della giunta di Gianni Alemanno – che, ci raccontano dal centro, appena insediato ha “telefonato per comunicare che il Centro di Cultura Ecologica poteva iniziare a fare gli scatoloni”; controfirmata dall’ex segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello, attualmente sotto indagine della Procura di Roma per abuso d’ufficio.

Sia come sia, un’ordinanza dalla durata limitata e tassativamente stabilita: nove mesi, a partire dall’aprile 2010; un’ordinanza che doveva dunque concludersi a gennaio 2011, con la riconsegna delle chiavi della struttura, se non al Centro di Cultura Ecologica, quantomeno al comune. E’ andata così? Nemmeno per sogno: ad oggi, gennaio 2016, la targa della Protezione Civile è ancora attaccata alla Stalla dei Tori, e chiunque – politica, amministrazione, persone informate dei fatti – non sanno dare una spiegazione plausibile riguardo quello che sarebbe qualificabile, sostanzialmente, come un’occupazione abusiva, in un bene del Comune, da parte del Comune stesso. Un assurdo, e un assurdo che potrebbe – paradossalmente – persino costare dei soldi ai contribuenti in termini di responsabilità legali. “La Regione, in ipotesi, potrebbe anche chiedere dei danni al Comune”, ci spiega chi ha assistito la precedente giunta capitolina presso il dipartimento delle Periferie. “Parliamo di un Parco Regionale che ha delle destinazioni vincolate, e il Comune è tenuto a rispettare quel vincolo. Perché, qualcuno potrebbe chiedersi, il Comune negli ultimi cinque anni ha permesso questo abuso?”. Portata davanti al Tar, la domanda potrebbe reggere, e il Comune potrebbe essere costretto a risarcire la Regione.

Mistero, dunque. Le risposte che danno gli interrogati sulla questione sono le più varie. “La protezione civile è stata insediata con un’ordinanza, serve un’ordinanza di senso contrario per toglierla”; oppure: “Il bene è del comune, la protezione civile è un dipartimento comunale, l’occupazione anche oltre tempo è legittima”. Opinioni, tante: carte, nessuna. C’è di certo che, da qualche tempo, i dipendenti della Protezione Civile distaccati presso la Biblioteca Fabrizio Giovenale sono stati spostati: ulteriore anomalia, nessun dipendente al lavoro nella struttura e chiavi non restituite, nemmeno al Comune. Che cosa fa la protezione Civile di Roma Capitale alla stalla dei Tori?. “L’ultima volta che li ho visti è stato sei mesi fa”, dice una studentessa della Giovenale. “Vengono, fanno una mattinata, vanno via”.  Che cosa ne pensa, cosa ne sa, la Protezione Civile comunale stessa? Lo abbiamo chiesto agli uffici competenti, a cui abbiamo trasmesso tutti gli incartamenti sulla cosiddetta “Stalla dei Tori”; l’Ufficio Extradipartimentale della Protezione Civile, di nuova istituzione, un po’ cadendo dalle nuvole, ha elaborato una risposta che attualmente giace  presso “il livello politico” che attualmente amministra la capitale: il commissariamento straordinario guidato da Francesco Paolo Tronca, che si avvale per il settore della Protezione Civile del sub-commissario Clara Vaccaro, competente peraltro anche per le Periferie e dunque anche per l’intero dossier Giovenale. Rimaniamo in fiduciosa attesa.

Resta il paradosso, e il caso più che significativo riguardo il modo in cui i beni pubblici vengono gestiti nella città di Roma: assegnazioni incomplete, chiavi mai consegnate, sgambetti politici, documenti del Comune che lo stesso comune è pronto a violare, uffici del comune non completamente informati sulle questioni da esso stesso amministrate: il tutto, nonostante i richiami dei legittimamente interessati consentissero all’amministrazione di prendere provvedimenti per tempo. E’ dell’ottobre 2015 l’ultima lettera che l’ATI Casale del Podere Rosa – Lipu invia all’amministrazione capitolina per dichiarare la disponibilità a proseguire le attività del Centro di Cultura Ecologica “compresi gli edifici di pertinenza”. Risposte in tempo utile, nessuna. Questo il passato, per il futuro, si vedrà: è già stata manifestata la disponibilità di massima dell’amministrazione per l’emissione di un nuovo bando che comprenda anche la pertinenza della “Stalla dei Tori”; e, per le vie brevi, Giornalettismo è informato del fatto che la Protezione Civile romana sarebbe disposta a “fare un passo indietro” e a ritirarsi dallo stabile, cinque anni dopo la scadenza del titolo legittimante l’occupazione. Così, d’altronde, informano dal Centro di Cultura Ecologica.

BIBLIOTECA RESISTENTE “GIOVENALE 2.0” Come previsto la biblioteca Giovenale entra in una fase di gestione provvisoria…

Posted by Centro di Cultura Ecologica – Biblioteca “Fabrizio Giovenale” on Venerdì 15 gennaio 2016

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