Birdman, il più bel film sui Supereroi che sia mai stato fatto

BIRDMAN VINCE L’OSCAR 2015

Il giusto premio per uno dei film più belli degli ultimi anni. Vince l’Oscar Birdman, e mai premio fu meritato. Una notte trionfale, impreziosita da quattro statuette, che mettono all’angolo i vari competitor, Clint Eastwood compreso.

Alejandro González Iñárritu è una garanzia di qualità. Quando alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia è apparso Birdman, con quel costume improbabile e quella mente ormai deviata, tutti hanno capito che sarebbe volato fino agli Oscar. Ora, con 9 nomination, si contende con Grand Budapest Hotel le statuette più importanti, ma chi ama il cinema sa che è questo lungometraggio folle e lucido, feroce ed emotivo, visionario e allo stesso tempo lineare, l’opera dell’anno, il capolavoro di cui parleremo per anni.

Leggi anche: BIRDMAN FA IMPAZZIRE TWITTER 

E’ uno dei maestri della sua generazione, questo cineasta geniale che con i connazionali Alfonso Cuaròn e Guillermo Del Toro, seguendo piste narrative e immaginifiche diverse, ha riscritto la grammatica moderna della Settima Arte.

In Birdman il buon Alejandro, spesso troppo innamorato, a ragione, di se stesso, analizza e farci vivere il suo disagio, forse un po’ troppo autoreferenziale, nel vivere in una società dello spettacolo ormai così “perversa”. E allora con Michael Keaton ci racconta un supererore dal costume troppo buffo per dirglielo, un’icona dello schermo che ora, però, vuole fare il suo mestiere, l’attore, non la maschera, non il pagliaccio eroico.
Ma quel personaggio ingombrante sembra impedirglielo. E lui si ribella. Decide di giocare con il nostro immaginario Iñárritu  e per farlo non a caso mette in campo Batman (Keaton), Hulk (Norton) e la fidanzata di Spider-Man (Emma Stone). Un saggio di cinema e allo stesso tempo di critica filosofica, in cui il superomismo in costume e calzamaglia viene ridicolizzato per poi divenire angoscia esistenziale e, infine, persino collettiva.
E’ una riflessione intima su un processo mediatico collettivo, Birdman. Perché se il cinema, e non solo, è cambiato così, è successo perché siamo peggiorati noi. E di tanto.

Uno tra i registi migliori della sua generazioni gioca con noi e con se stesso. Gioca con le sue idiosincrasie e con le sue frustrazioni. E illumina le nostre. Ha il coraggio di far scatenare superpoteri capricciosi dove e come non siamo abituati a vedere e vivere.

Un gran film, scritto meravigliosamente e pieno di intuizioni, capaci di raccontare cos’è il microcosmo cinematografico e il mondo tutto, schiavo di tv e falsi miti.

Esce oggi, 5 febbraio. E se lo andrete a vedere scoprirete come potrete giocare anche voi con Birdman. E Giornalettismo, peraltro. Basta andare sulla nostra pagina Facebook. Ma questa è un’altra storia.

Share this article