Il successo virale dei fake e delle bufale di Putin contro Hillary Clinton
25/11/2016 di Redazione
Fake e troll al servizio di Putin hanno influenzato in maniera probabilmente decisiva le presidenziali americani, diffondendo false notizie su Hillary Clinton e promuovendo la campagna di Donald Trump. Il Washington Post racconta l’analisi fatta da gruppi di ricerca indipendenti, che mostrano come la propaganda russa abbia giocato un ruolo centrale nelle elezioni di Usa 2016.
LE BUFALE DELLA RUSSIA CONTRO HILLARY CLINTON
Hillary Clinton serva della finanza, così malata da non poter svolgere il ruolo di presidente, e così belligerante da voler aprire subito nuove guerra contro la Russia. Questi fake sono stati diffusi secondo due gli studi di Foreign Policy Research Institute e PropOrNot da una imponente macchina della propaganda, formata da migliaia di bot, troll pagati per diffondere queste notizie sui social media, e un network di siti e pagine Facebook e Twitter di informazione per accrescere la portata delle bufale anti Clinton. Al centro di questa organizzazione delle bufale ci sono RT e Sputnik. La Russia, mostrano questi due studi ripresi dal WaPo, non si è fermata all’hackeraggio della mail dei Democratici per favorire l’elezione di Trump.
LA PROPAGANDA VIRALE DELLA RUSSIA CONTRO HILLARY CLINTON
I due studi hanno identificato le origini dei post e dei tweet, rivelando una connessione dei messaggi vasta ed estesa, identificando spesso anche lo stesso proprietario di diversi portali. Secondo il report di PropOrNot oltre 200 siti pro Russia sono stati attivi durante la campagna presidenziale, con un’audience di almeno 15 milioni americani, e contenuti visualizzati almeno 213 milioni di volte. Spesso i fake sono stati visti molto di più rispetto ai pezzi di debunking fatti dai siti di informazione. Una storia falsa sulla salute di Clinton è stata visualizzata 8 milioni di volte su Facebook, contro le 30 mila del debunking fatto da Daily Beast.
Buzzfeed aveva rimarcato come durante le presidenziali americane i fake erano stati più visti rispetto alle notizie diffuse dai media tradizionali sui social media. Una peculiarità dei social media sfruttata dalla Russia, che fa propaganda come ai tempi della Guerra Fredda contro i suoi nemici in Occidente, ora diventata più efficace grazie a Facebook , Youtube e Twitter. Nel 2013 Putin, ancora scosso dalle proteste del 2011 contro il suo ritorno al Cremlino, aveva dichiarato l’obiettivo di rompere il monopolio anglosassone dell’informazione.
Photo credit: ALEXEY NIKOLSKY/AFP/Getty Images