Bufera su L’Arena, la risposta di Giletti: «Amo Napoli, ma non nascondete i problemi»

«Ribadisco che amo Napoli per il calore che solo qui riesco a sentire ma insisto: non nascondete i problemi della città e non cercate di incolpare altri per questi problemi. Se volete che Napoli abbia un volto diverso, contribuite a cambiarlo». Risponde così Massimo Giletti alle critiche giunte dopo la puntata di ieri del suo programma L’Arena.

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Il pubblico napoletano è insorto giudicando la trasmissione offensiva nei confronti della città di Napoli, di cui sarebbe stata data un’immagine stereotipata. In un’intervista rilasciata a Paolo Barbuto per Il Mattino il giornalista-conduttore si è detto «innamorato di Napoli»:

Giletti, dalla sua trasmissione è venuta fuori la solita immagine di Napoli città della camorra e della monnezza.
«Ma perché, volete dirmi che la malavita è stata debellata e che lì non esiste più il problema dei rifiuti? Per piacere, cerchiamo di essere obiettivi e guardiamoci intorno come io cerco di fare: quasi ogni giorno la camorra fa sentire la sua presenza, basta leggere i giornali. E poi, onestamente, il problema dei rifiuti non mi pare cancellato».

I cumuli di sacchetti dalle strade sono spariti da anni, ieri in tv si è parlato di città invasa dall’immondizia.
«Però io quando sbarco alla stazione Centrale e mi incammino verso il centro storico continuo a vedere strade e marciapiedi sporchi, e anche contenitori stracolmi e robaccia per strada. Poi vedo pure persone senza casco, auto contromano, palazzi fatiscenti. Napoli è in profonda crisi e questo nessuno lo può negare».

Dunque lei è d’accordo con Salvini?
«Non è questione di essere o meno d’accordo con Salvini, però io sono una persona coerente. Adoro Napoli, così come Palermo: le considero le mie due città del cuore. Ma proprio perché amo questa città non posso che essere addolorato di fronte allo scempio quotidiano. Non è nascondendo i guai che questi si risolvono, non condivido la linea di chi si offende quando gli vengono mostrati i problemi reali».

Ma non è consentendo di riproporre in tv gli stereotipi, che si contribuisce alla rinascita di questa città.
«Guardi che il mio compito è quello di porre domande. Salvini da uomo politico fa campagna elettorale e tira fuori certi temi, io mica posso fare censura?».

Magari può ricordare che il tema in discussione è un altro.
«Quando ci sono state quelle affermazioni io ho offerto a chi era in studio la possibilità di replicare. Nessuno lo ha fatto. Continuavo a spiegare che il tempo trascorreva e che stava per terminare, eppure nessuna delle persone in studio ha pensato a replicare alle parole di Salvini».

(Foto di copertina: ANSA / CLAUDIO PERI)

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