Il bullismo in rete: le storie delle vittime
22/11/2012 di Redazione
Ce ne sono tante, di storie di bullismo come quella che ha portato al suicidio un ragazzino di 15 anni e raccontata, tra gli altri, qui. In tanti casi, come questo, si passa in qualche modo per internet, che diventa mezzo di comunicazione anche di bullismo, come si vede dalla pagina Facebook che sfotte il ragazzo dai pantaloni rosa:
LEGGI QUI: La pagina Facebook che sfotte il ragazzo dai pantaloni rosa
E sono tantissime le storie che incrociano la solidarietà come l’hashtag su Twitter #ioportoipantalonirosa. Ma tante, tantissime sono quelle che invece finiscono nel dimenticatoio, e in cui nessuno interviene, almeno fino a quando non si trasformano in tragedia. Eppure sulla stessa rete ci sono decine di pagine e siti nati per aiutare le vittime di bullismo: eppure, sembra non bastare.
IN PRINCIPIO – In principio ci fu il video del ragazzo disabile su cui veniva fatta violenza dai compagni di scuola: una storia che proprio noi di Giornalettismo portammo all’attenzione del grande pubblico, causando infine l’oscuramento del video e la scoperta dei responsabili (la storia è qui: 1, 2, 3 e 4).
E OGGI – Su internet di bullismo in rete si parla già da tanto. Il sito Bullismo.com riporta una serie di storie “di vita vissuta”, nelle quali chi può racconta le sue esperienze scolastiche o di quartiere. Molte delle testimonianze sono agghiaccianti:
ho scavato a fondo, e mi sono resa conto che le mie paure hanno avuto origine nel bullismo, che mi ha logorata per ben 13 anni, essendomi ritrovata in classe dalle elementari alle superiori un ragazzo idiota che trovava un piacere sadico nell’umiliarmi, incitato spesso dalle risate degli altri compagni. le insegnanti osservavano mute e senza dispiacersi, non mi hanno mai difeso, ai miei genitori non ho mai detto nulla. solo alla fine delle superiori ho preso coraggio e iniziato a ribattere alle umiliazioni, mettendo a tacere gli idioti che mi hanno rovinato l’infanzia e l’adolescenza, ma il danno ormai era fatto. adesso, dopo anni, ho deciso di scavare in questa umiliazione e pochi giorni fa ho parlato per la prima volta di questo problema a me stessa e alla psicologa. il dolore e la vergogna sono stati tali da avermi fatto piangere per tutta la durata del colloquio, e oltre. l’umiliazione si sta trasformando in una forte rabbia verso quelle persone stronze che mi hanno rovinato il periodo scolastico, togliendomi la felicità di andare a scuola e portandomi ad avere la nausea ogni mattina, umiliandomi costantemente davanti a tutti e tatuandomi la paura del giudizio degli altri. rielaborando queste umiliazioni, prendendomi il tempo necessario, la rabbia passerà e di conseguenza, accettando il mio passato, diventerò senza dubbio piu forte.
E c’è chi ricorda che l’errore è sempre quello di accettare le cose come sono:
Avevo 15 anni inizio il mio percorso alle superiori conosco un ragazzo stupendo mi innamoro di lui.ci siamo messi insieme. In terza lui conosce dei ragazzi di un’altra sezione erano bulli mi prendevano in giro ma non solo a me. Lui diventa aggressivo, beve, fuma..e mi usa solo per avere rapporti sessuali molte volte anche i suoi amici bulli io mi ribellavo ma loro mi picchiavano mi chiamavano troia.i miei non sapevano nulla ,avevo paura di uscire,andare a scuola.Un giorno sono riuscita a scappare ho raccontato ai mia madre tutto e gli ho denunciati.da allora erano loro ad aver paura di me. Ovviamente quel ragazzo l’ho lasciato e lui non mi ha più rivolto la parola quest’anno ho gli esami ho buoni amici un bravissimo fidanzato.
Con esperienze che cominciano spesso da giovanissimi:
Andavo in seconda elementare,sì,non ci crederete ma fu in quel periodo che iniziò tutto. Ero diventata amica di una bambina (mia compagna di classe) eravamo amiche per la pelle,fino a che lei iniziò a comandarmi,a trattarmi male.Io mi tenevo tutto dentro,la sera nel mio lettino piangevo e piangevo. Passò un anno e le cose NON MIGLIORAVANO affatto, un giorno essa diventò amica di una bambina.Diventate amiche avevano deciso di prendermi di mira,era un incubo: Tutti i giorni mi tormentavano chiamandomi maiale e scherzandomi. Io ero forte d’animo e resistevo fino a che il vero bullismo in loro non si era fatto sentire… Una delle due aveva iniziato a picchiarmi, era arrivata al punto di tirarmi giù i pantaloni davanti a tutti. Una vera umiliazione per me,tornavo a casa con i lividi sulle gambe e mio papà aveva iniziato ad avere dei dubbi. Un terribile anno passò finchè in quarta elementare arrivò un giorno che cambiò la mia vita. XXX si era stufata di tormentarmi e aveva preso di mira XX , quella che un tempo era la sua compagna di torture verso di me. L’aveva costretta a entrare in un cartone e a farle dire “io sono stupida,io sono stupida” XX la ascoltava, finchè io (che non volevo che qualcuno subisse quello che avevo passato io ) andai da XXX e iniziai a insultarla. Da lì iniziò la nostra litigata che durò esattamente 9 lunghi mesi ( tutto il periodo scolastico) In quinta elementare decisi di lasciarmi tutto alle spalle, scoprii di avere tutto in comune con XXX e anche se quello che mi aveva fatto era imperdonabile decisi” di solcare l’impossibile”e di perdonarla. Tutt’ora siamo amiche, amiche per la pelle, andiamo al cinema il sabato sera, facciamo i lavori in coppia a scuola ecc ecc… HO PERDONATO MA NON HO DIMENTICATO. HO RACCONTATO QUESTA STORIA PER FARE CAPIRE ALLE VITTIME DEL BULLISIMO DI NON ASPETTARE A PARLARE CON GLI ADULTI!!!!!!!!!!!!!!
I SITI DI SCUOLA – I siti che trattano di scuola ne sono pieni:
nella mia scuola l’anno scorso cen’è stato qualcuno. Delle ragazze di prima che freguentavano proprio il mio liceo se la prendevano con un ragazzo disabile sull’autobus,facendoli fare cose stupide e a cui tutti ridevano oppure gli mettevano fuori dal finestrino il suo pupazzo preferito facendoli credere che l’avrebbero buttao di sotto e lui piangeva…insomma cose del genere…l’abbiamo fatto presente ai prof ma non so cosa gli hanno fatto,credo che ci abbiano solo parlato…
E anche quelli di giovani:
Mi ricordo che era una guerra…
alle elementari in pratica avevo paura di uscire di casa gli altri bambini mi disprezzavano in un modo assurdo e mi affibiavano soprannomi imbecilli;
alle medie c’è stato un periodo di calma, diciamo, se non fosse che temevo quasi di uscire di casa tant’è che mi son ritrovato 20 motorini appresso oltre al fatto che gente che non avevo mai visto sapeva chi ero e dove stavo, e mi chiedevo come ciò fosse possibile dato che non uscivo mai… non ho mai capito per quale ragione c’era gente che ce l’aveva con me, che mi spegneva la sigaretta sul braccio mentre io ero beato a giocare in una salagiochi di un bar o perché tra tanta gente proprio con me ce l’avevano… ma ormai non ha più importanza. Alle superiori ero una specie di zimbello quando credevo che le cose si sarebbero sistemate, ebbi la fortuna di finire nella classe più indisciplinata dell’istituto, tant’è che tu arrivavi la mattina, la classe era così piena di cartacce e bricchi succhi di frutta che il bidello riempiva almeno mezzo sacchetto delle immondizia al giorno. I rapporti poi non erano facili… per loro ero una specie di sconosciuto… quasi un pericolo… e dato che non andavo fuori in discoteche e pub mi disprezzavano, sembrava quasi che per loro fosse inconcepibile che una persona diversa da loro potesse esistere. Come se non bastasse cercavano di farti pesare TUTTO in un modo inimmaginabile. Soprattutto per questa ragione se tu eri introverso e particolarmente timido non potevi in alcun modo approcciarti con le ragazze e lì saltavano fuori anche veri insulti, se non addirittura palline di scotch in testa (e non fanno bene, l’assicuro), o peggio i pezzi di carta masticati e sputati.
IL BULLISMO E GLI ITALIANI – Gli atti di bullismo compiuti sul ragazzo sono stati incrociati con una sua presunta omosessualità anche se, come abbiamo scritto, il collegamento non è convincente (almeno per ciò che concerne gli atti compiuti su Facebook: l’indagine farà chiarezza sul resto. In ogni caso, l’omofobia di alcuni non si può non scontrare con la maggioranza degli italiani, i quali non sembrano essere per nulla un popolo retrogrado:
DICE IL GARANTE – “Se non riusciamo a scardinare vecchi schematismi culturali frutto dell’ignoranza vuol dire che, in qualche modo, abbiamo fallito. E’ una sconfitta che brucia”. E’ quanto afferma in una nota il garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Vincenzo Spadafora commentando la notizia dello studente suicida a Roma. Secondo Spadafora, “la scuola che e’ il luogo della formazione nella nostra societa’ deve essere aperta alle diversita'”. “Cio’ che e’ accaduto a Roma e’ grave e deve farci riflettere – prosegue – i pregiudizi e le discriminazioni feriscono la nostra societa’ e colpiscono gli esseri piu’ deboli, i nostri ragazzi. Difendiamoli avviando una grande operazione culturale contro chi odia ed emargina”.
E LA RETE – E’ giusto parlare di cyberbullismo? Si tratta forse di un fenomeno nuovo rispetto a quello che attanagliava i ragazzini quando internet non esisteva? Queste storie, in fondo, ci raccontano di no. Sono violenze fisiche e reali quelle che rendono impossibile la vita delle vittime, che provengono da personaggi fisici e reali. Spesso finiscono in rete poiché essendo questo un mezzo aperto a tutti, viene utilizzato spesso e volentieri come “propagazione” di ciò che siamo o vorremmo essere nella vita reale. Ma è da qui che bisogna partire per debellare una piaga che ormai sembra divenuta una “faccia” della modernità, una distorta applicazione perversa dell’ubi maior minor cessat. E’ quindi dalla cultura che bisogna partire, per evitare di demonizzare un mezzo, il web, che potrebbe invece essere utilizzato per salvare chi nella vita reale non riesce a parlare. Anzi, si rischia di togliere loro l’unica arma che oggi hanno per far emergere le loro tragiche esperienze.