La Buona Scuola cambia: più controllo sui presidi, il merito per i docenti pesa meno
21/05/2015 di Tommaso Caldarelli
La Buona Scuola di Matteo Renzi cambia: più controllo sui presidi da parte degli organi collegiali della scuola, il merito pesa di meno sulla carriera dei docenti; novità sul cinque per mille agli istituti, su assunzione, reclutamento e graduatorie dei docenti. Le modifiche della commissione Cultura della Camera dei Deputati al Ddl del governo, confermate nel voto finale che invia la proposta di legge al Senato, disegnano un’istituzione scolastica parzialmente rispetto a quella che da Palazzo Chigi era stata inizialmente pensata.
LA BUONA SCUOLA CAMBIA: IL PRESIDE E GLI ORGANI COLLEGIALI
Sui giornali di oggi le modifiche al progetto di normativa, che partono da una delle principali pietre dello scandalo che in questi giorni hanno infiammato le cronache e le piazze: il ruolo del preside. Così su Repubblica.
IL POTERE dei presidi è stato ridotto in commissione Cultura, dopo lo sciopero del 5 maggio. Il dirigente scolastico potrà scegliere i nuovi docenti necessari al suo istituto, ma dovrà sottoporre la pratica al vaglio del Consiglio d’istituto e con gli organi collegiali dovrà valutare il Piano dell’offerta formativa e costruire la griglia di valutazione in base alla quale premierà gli insegnanti migliori. La scelta dei docenti da parte dei presidi avviene all’interno di ambiti territoriali, ora più piccoli: inferiori al territorio della Provincia. I presidi saranno valutati da ispettori ministeriali, che salgono a 160. La valutazione influirà sulla loro retribuzione aggiuntiva (previsti 35 milioni). Ogni dirigente potrà poi individuare fino a dieci uomini dello staff
Ridimensionato dunque il peso del dirigente scolastico nella riforma.
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LA BUONA SCUOLA, GRADUATORIE E CONCORSI
Modifiche nella direzione del movimento degli insegnanti in protesta anche per quanto riguarda reclutamento, assunzione e graduatorie dei docenti.
L’ITER del disegno di legge “Buona scuola” alla Camera (commissione Cultura e poi Aula) ha portato a quota 101.701 i docenti assunti al primo settembre. Saranno assunti gli iscritti della graduatorie a esaurimento (prima fascia): ad oggi gli iscritti alle Gae sono 125mila. Là dove saranno esaurite le classi di concorso (discipline) si potrà attingere alla seconda fascia, ma soltanto per supplenze annuali (e non potranno superare i 36 mesi). Per gli idonei al concorso 2012 l’assunzione arriverà solo nel 2016. Tutti gli altri abilitati potranno partecipare al concorso per 60mila posti del 2016. Chi ha fatto un’abilitazione a pagamento (Tfa, Pas, ex Siss) avrà punteggi riconosciuti e darà punti per il concorso anche il periodo di supplenza.
Scrive poi il Corriere della Sera che “non è escluso però che nel passaggio al Senato
l’assunzione venga anticipata al 2015” per gli insegnanti idonei del concorso 2012, che ancora aspettano risposte dal governo; con l’esaurimento delle graduatorie, l’unico modo per accedere alla docenza sarà il concorso pubblico: tanti insegnanti necessari, tanti insegnanti assunti. Scrive infatti il Corriere che “per diventare docente il laureato [dovrà] fare un concorso, superato il quale entra in ruolo con un apprendistato che dura tre anni durante il quale studia e affianca il docente come tirocinante: viene però retribuito fin dal primo giorno. Verrà poi valutato e il preside deciderà se tenerlo”.
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LA BUONA SCUOLA, VALUTAZIONE DEI DOCENTI
Cambiamenti anche sulla valutazione progressiva dei docenti.
NELLA versione licenziata alla Camera gli scatti di merito sono scomparsi e quelli d’anzianità restano in toto: cinque avanzamenti nel corso della carriera. È stato introdotto un diverso tipo di premio per i docenti: il bonus annuale delle eccellenze. Alla fine di ogni anno il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di istituto, assegnerà il premio al 5 per cento dei suoi insegnanti per dare un riconoscimento economico a chi si impegna di più. Nel giudizio peseranno la qualità dell’insegnamento, la capacità di innovazione, il contributo al miglioramento della scuola.
Previsto un fondo da 200 milioni di euro l’anno per i premi di merito ai docenti; stralciata la parte della legge che prevedeva la destinabilità del 5×1000 al singolo istituto, La confusione però era stata moltissima, perché il 5×1000 è molto richiesto dalle associazioni di volontariato e dalle non-profit per le quali è il principale veicolo di finanziamento; Matteo Renzi e Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, hanno promesso che il tema sarà ripreso in futuro, magari “nella legge di stabilità”.
Foto Copertina: Giuseppe Lami / AnsaFoto