Buona Scuola, il nodo dei presidi. Ecco i nuovi poteri
10/07/2015 di Redazione
Seppur tra contestazioni e polemiche, la riforma della scuola è diventata legge. Quarantacinque mila insegnanti saranno assunti subito a settembre, altri 55mila nel 2016, come spiega il quotidiano “La Stampa“. Per chi non rientra in questa tranche di assunzioni, ci sarà un concorso bandito entro il dicembre 2015.
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RIFORMA DELLA SCUOLA, I NUOVI POTERI DEI PRESIDI –
Il nodo più controverso resta però quello dei nuovi poteri affidati ai presidi-manager:
«I nuovi poteri dei presidi saranno di diverso tipo. Da un lato scelgono attraverso la chiamata diretta a chi affidare gli incarichi triennali e rinnovabili. In questa fase devono tenere presente le esigenze precisate nel piano dell’offerta formativa messo a punto ogni anno con il collegio dei docenti, ma anche dei curriculum, le esperienze e le competenze professionali di coloro che lavoreranno nella sua scuola. Ma potranno anche distribuire premi ai docenti più meritevoli. Il governo ha previsto 200 milioni di euro per il 2016 e la scelta dei destinatari di questi soldi non è più il preside, ma è stata affidata a un Comitato di valutazione che resta in carica per tre anni», si legge.
Dall’Associazione nazionale presidi difendono il provvedimento contro le accuse di possibile arbitrarietà e discrezionalità sulle assunzioni, precisando che i criteri per la valutazione degli insegnanti saranno definiti dal Comitato e come esistano limiti e norme che eviteranno errori. Ma non solo: secondo i presidi, all’estero i poteri affidati sono anche maggiori. Eppure dai presidi dipenderanno anche i premi da assegnare ai più meritevoli:
«Purtroppo però il testo non dice chiaramente come deve essere effettuata la valutazione lasciando quindi spazio alla discrezionalità che inevitabilmente creerà dei problemi. Una secondo difficoltà è anche più generale: da venti anni non esiste più la cultura della valutazione e del merito nelle scuole, veniamo da un periodo di cultura impiegatizia che non sarà facile da cambiare», ha spiegato alla “Stampa” Roberto Pellegatta, presidente dell’associazione dirigenti Disal.
Tradotto, per i critici della “Buona Scuola” il rischio è che i presidi scelgano in modo soggettivo.