Tutti pazzi per il burro: scarseggia dopo il crollo dell’olio di palma

01/06/2017 di Redazione

Tempi buoni per i produttori di latte italiani, tempi bui per l’industria dolciaria. Il burro, ingrediente principale di gran parte di biscotti e merendine, scarseggia. E il prezzo di quel che si trova sui mercati europei è cresciuto in modo costante.

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A parlarne è Repubblica che cita i dati di Coldiretti secondo cui le quotazioni del burro alla produzione in Italia a maggio sono quasi raddoppiate, aumentando del 90 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016 alla Borsa di Lodi. Il latte spot, ovvero quello sfuso in cisterna, ha superato i 41 centesimi al litro, contro i 37 centesimi di appena tre mesi fa.

IL BURRO SCARSEGGIA: I MOTIVI

Perché questo aumento dei prezzi e scarsità di risorse? In parte la cosa è dovuta alla psicosi sull’olio di palma e l’entrata in vigore (lo scorso 19 aprile) della legge che obbliga a indicare in etichetta l’origine per tutti i prodotti lattiero caseari. Le scelte degli italiani, secondo una indagine Nielsen tra i più attenti e pignoli, stanno orientando il mercato. Riporta Repubblica:

Alcuni grandi produttori confermano che non c’è più burro in stock e che se ne produce meno (dell’1 per cento la flessione in questi primi mesi del 2017) perché chi vende il latte trova più remunerativo proporlo alle industrie casearie. A monte, la diminuzione degli allevamenti per il latte in Italia, con il numero di stalle italiane dimezzato negli ultimi dieci anni: ci sono ora 30mila allevamenti contro i 60mila attivi nel 2005. Ma la crisi del burro può diventare una opportunità per i prodotti di qualità italiani. “Il prezzo del latte – osserva Carlo Petrini, fondatore di Slow Food – finalmente si sta alzando, dopo anni in cui gli allevatori non riuscivano a guadagnare neanche il necessario a nutrire gli animali. E si badi, parliamo di pochi centesimi, che non inciderebbero sulle tasche dei consumatori, ma che farebbero invece un’enorme differenza per gli allevatori”. “Veniamo da anni in cui si sono chiuse le stalle – continua Petrini – spero che le industrie si rendano conto che se non avessero preso per il collo gli allevatori ora il latte per produrre più burro ci sarebbe”.

(in copertina foto Ansa/Zumpress. Credit Image: © Leila Navidi/TNS via ZUMA Wire)

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