Calciomercato Roma, se Dzeko salta tutto su Zlatan Ibrahimovic
17/07/2015 di Boris Sollazzo
ZLATAN IBRAHIMOVIC ALLA ROMA –
L’indiscrezione è clamorosa e finora era stata cavalcata solo dalla speranza dei tifosi giallorossi, che l’hanno chiesto a gran voce nelle radio locali, e da un giornale sportivo, che per un giorno soltanto cavalcò una dichiarazione di Mino Raiola che solo con molta fantasia poteva apparire come un’apertura all’affare (“Ibra alla Roma? Chiedetelo a Sabatini”). Ma ora è tutta un’altra storia: Zlatan Ibrahimovic può andare alla Roma.
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Com’è possibile? Mino Raiola a Trigoria, da un paio d’anni, è ospite molto gradito: ha portato Manolas a una cifra che adesso appare decisamente buona (13 milioni di euro in questo momento storico li vale un centrale arretrato di una squadra europea di metà classifica), ha reso il flop Emanuelson un problema a costo zero, spedendolo a gennaio a Bergamo, ora sta concludendo l’accordo – positivo per lui, il suo assistito e per i capitolini – con il portiere titolare della nazionale argentina Romero. Mino, si sa, gli amici sa come premiarli. E mentre prova a piazzare Balotelli dall’altra parte del Tevere, con Sabatini ha parlato di Zlatan Ibrahimovic. E Walter, preoccupato della mancanza di liquidità causata dalle cessioni sfumate all’ultimo (Doumbia, Destro, Gervinho), sa che i 10 giorni chiesti al Manchester City e rimasti tali anche dopo il secondo viaggio britannico – fatto per sondare possibili acquirenti degli esuberi – finiranno presto. L’accordo c’è (23 milioni di euro + 3 di bonus), i soldi ancora no. Se non dovessero arrivare, se anche Romagnoli dovesse restare – ma si vocifera che dopodomani si chiuderà con il Milan a 28 più bonus -, ecco la pazza idea.
Se Edin Dzeko saltasse, nonostante le pressioni del giocatore per tornare dall’Australia già con la 11 giallorossa sulle spalle (e questo rimane lo scenario più probabile, anzi quasi sicuro), non sarà Rondon il sostituto, già bocciato dalla piazza. Arriverà il serbo dell’Anderlecht Mitrovic, pallino del ds, e un altro che nei Balcani affonda i suoi geni, anche se il passaporto è svedese: Zlatan Ibrahimovic, mister scudetto. In Francia già lo salutano, ringraziandolo di tutto, ma a lui il ritorno a Milanello, in cui ha bei ricordi e molti amici, non convince. Pochi soldi, niente coppe, tanta concorrenza più giovane (Bacca e Luiz Adriano, oltre a Menez). A Roma sarebbe, con Totti, l’idolo, alla Gabriel Omar Batistuta, e potrebbe giocarsi l’ennesimo scudetto e quella Champions League che da sogno, con gli anni e le tante sconfitte, è diventato un incubo.
Come sostenere l’operazione Ibra per una squadra oculata come la Roma? Facile, alla fine costerebbe meno di Dzeko, che tra bonus ai Citizens e al bosniaco e cartellino, è un affare da 70 milioni di euro in 5 anni. Zlatan ne costerebbe solo una trentina in un biennio. Stessa proporzione – 15 all’anno, più o meno – ma nel complesso meno pesante sul bilancio. Otto o nove milioni al Psg, dieci o dodici lordi all’anno al calciatore. Questa sarebbe la base, con un’opzione per il terzo anno che darebbe il rinnovo automatico all’arrivo in doppia cifra di presenze o reti. Qualcosa in più ai parigini rispetto a quanto è disposto a dare Galliani, stessa cifra proposta dai rossoneri al calciatore. L’affare non è facile, ma senza Dzeko ci sono le risorse e la volontà per portarlo a termine, soprattutto se, come sembra, Edinson Cavani non entrerà nell’affare Psg-Manchester United-Di Maria e rivendicherà quel ruolo da centravanti che in carriera ha avuto solo a Napoli.
E Pallotta sa che Ibra, anche se per soli due anni, a livello di marketing, sarebbe molto più redditizio del buon Edin.
Sostituire un sogno con un’utopia. Ecco la sfida di Sabatini, che comunque Dzeko lo ha in pugno. Ma se mai sfumasse, i romanisti avranno comunque un superbomber.