Camorra congenita? Bufera su Rosy Bindi. De Luca: «Offesa sconcertante»
16/09/2015 di Redazione
Rosy Bindi ha messo d’accordo quasi tutti. Le parole della presidente della Commissione Antimafia sulla camorra, definita «elemento costitutivo della società e della storia napoletana», hanno infatti scatenato un coro di critiche. A bocciare l’affermazione dell’ex ministro ed ex presidente del Pd sono stati soprattutto il sindaco di Napoli e il presidente della Regione Campania. «Quando ho letto quella frase sono saltato dalla sedia», ha detto Luigi de Magistris.
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DE LUCA: «DALLA BINDI OFFESA SCONCERTANTE» –
«Noi non neghiamo i nostri difetti e le nostre colpe, le sofferenze e i nostri drammi, ma – ha affermato il primo cittadino partenopeo – bisogna avere enorme rispetto per la storia profonda della nostra città, la prima in Europa che si ribellò con le quattro giornate del 1943 al nazifascismo con una rivolta di popolo, in testa donne e bambini. Non consentimero a nessuno di accostare la storia di Napoli alla camorra». Non è stato da meno Vincenzo De Luca, che con la Bindi si era già scontrato alla vigilia delle Elezioni Regionali, sulla vicenda dei candidati cosiddetti ‘impresentabili’ presenti nelle liste dell’ex sindaco di Salerno. «Considero – ha dichiarato il governatore – un’offesa sconcertante a Napoli e a tutti i nostri concittadini l’affermazione dell’onorevole Rosaria Bindi». Ma una presa di distanza è arrivata anche dal procuratore Giovanni Colangelo: «La camorra non è nel dna dei napoletani che non hanno una propensione al crimine. La criminalità rappresenta una minima percentuale della popolazione rispetto ai cittadini che vogliono vivere in pace».
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SAVIANO: «BINDI È STATA MAL INTERPRETATA» –
A difendere la Bindi è stato però Roberto Saviano, che durante la puntata di Ballarò sulla Bindi ha detto: «Forse è stata mal interpretata, qualcuno ha creduto che si facesse riferimento al Dna dei meridionali o dei napoletani ma non credo che abbia fatto riferimento a questo». In effetti nella sua risposta alle critiche Bindi, che non ha fatto un passo indietro rispetto a quanto dichiarato, ha precisato di non aver mai parlato di dna. «Se qualcuno si è offeso – ha affermato – non posso chiedere scusa perché ne sono convinta. Non ho mai parlato di dna. Non negare la camorra è il primo atto per combatterla. Credo che le camorre siano un elemento costitutivo della storia e della sociologia di questa città e di questa ragione così come le mafie sono elementi costituivi della storia, della sociologia e dell’economia italiana».
(Foto di copertina: Angelo Carconi / Ansa)