Camorra, il giallo della chiavetta usb del boss Zagaria
15/07/2015 di Redazione
La scomparsa di una chiavetta usb del boss di camorra Michele Zagaria. È il mistero che accompagna l’ultima indagine sulle collusioni tra clan dei Casalesi, imprenditori a loro legati e mondo della politica che ieri è sfociati negli arresti del deputato Carlo Sarro, dell’ex senatore Tommaso Barbato e dell’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio. È sparita la penna dove l’uomo di vertice del clan dei Casalesi. custodiva i suoi segreti. Lo racconta Vincenzo Iurillo sul Fatto Quotidiano:
Alle 6.18 del 7 dicembre 2011 Michele Zagaria infila una pen drive nel computer e ne estrae dati. È l’ultima volta che la usa. Il boss è rintanato nel bunker ricavato a Casapesenna sotto la villetta della famiglia Inquieto, ultimi custodi di una latitanza che dura da 16 anni. Ma Zagaria sa che ormai è tutto finito. Da un paio d’ore Squadra Mobile e Sco stanno mettendo a soqquadro la villa, il pavimento è pochi metri più su. Zagaria ascolta i rumori, sa che sta per andare in carcere, lo aspetta il 41 bis. Questa pennetta Usb è ora al centro di un mistero. Non è stata ritrovata. Probabilmente custodisce i segreti che Zagaria ha voluto “salvare” in extremis . La contabilità del clan, nomi di complici, politici, conti correnti, chissà. Solo congetture. La Dda di Napoli ha chiesto e ottenuto l’arresto di Orlando Fontana con l’accusa di aver pagato 50.000 euro a un poliziotto della Mobile non identificato in cambio della chiavetta. L’ordinanza ricostruiscono i dettagli di quella convulsa mattinata. Furono in tre a scendere nel covo, a prelevare Zagaria. Tre agenti.
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A confermare l’utilizzo della chiavetta usb sarebbe una consulenza tecnica. Racconta ancora Iurillo sul Fatto Quotidiano:
Il giorno prima Zagaria armeggiò con due Kingston. Marca che produce anche chiavette a forma di “cuore”, e a una così si fa riferimento nel l’intercettazione del 16 maggio 2012. Una cimice registra i colloqui in una Jeep Cherokee. Augusto Pezzella, imprenditore in odore di camorra, parla con il fratello Raffaele. Dice che Maurizio Zippo gli ha fatto una confidenza. “Mi mette paura di raccontarlo”. E spiega la storia della chiavetta, dei 50.000 euro, dell’uomo che la ebbe in mano ed era terrorizzato di aprirla per vedere cosa c’era dentro. Si fanno ipotesi su chi possa essere il poliziotto. I Pezzella sono ritenuti attendibili perché sanno una cosa mai pubblicata. Che Zagaria fece una doccia prima di uscire dal bunker. Le telecamere non sono d’aiuto: si fermano all’ingresso del covo, poi il buio. Se il contatto per il passaggio della pennetta ci fu, non c’è traccia video. Altro mistero.
(Foto di copertina: Ansa / Felice De Martino / Ag. Frattari)