Caos in Libia, Le Pen: «C’è un solo colpevole: Sarkozy»

Il caos in Libia? «Ha un solo colpevole, Nicolas Sakozy», perché la missione francese del 2011 nel paese nordafricano «ha provocato degli squilibri geopolitici». Ma dell’ondata di terrorismo è in parte colpevole anche l’Unione Europea «perché ha aperto le frontiere, imponendoci un’immigrazione di massa». Dunque bisognerebbe seguire quattro direttrici: «rivedere le nostre alleanze internazionali, blocco dell’immigrazione e sospensione di Schengen; lotta contro le divisioni comunitarie e qualsiasi violazione della laicità; aumento dei mezzi per esercito, polizia, servizi segreti e abbandono dell’austerity imposta dall’Ue che minaccia la nostra sicurezza».

 

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MARINE LE PEN: «LA FRANCIA NON SI IMPEGNI NEL CONFLITTO LIBICO» – È il pensiero espresso da Marine Le Pen, leader del partito di destra francese Front National, in un’intervista rilasciata a Nanterre al corrispondente di Repubblica Anais Ginori. Le Pen critica duramente l’ex presidente transalpino Sarkozy, suo avversario passato e forse futuro, reo di aver lanciato la guerra nel paese ora diventato teatro di guerra contro l’Isis, e invita tutti i paesi a non impegnarsi nel nuovo conflitto:

Se lei fosse al governo, cosa farebbe?
La Francia non deve impegnarsi nel conflitto libico. È la comunità internazionale che deve intervenire, tagliando i flussi di finanziamento all’Is. Sappiamo che questi terroristi vendono del petrolio, incassano decine di milioni di euro. Inoltre, continuano a ricevere armamenti. Dobbiamo chiederci: chi li finanzia, chi li arma?
Qual è la sua risposta?
Alcuni Paesi con i quali abbiamo relazioni diplomatiche hanno un atteggiamento ambiguo nei confronti dell’Is, per esempio la Turchia. Non possiamo restare alleati con Paesi che sono compiacenti con l’Is, per non dire complici.
Nel 2011 la Francia ha guidato l’intervento contro il regime di Tripoli. È stato un errore?
Non è stata la Francia ma il presidente di allora, Sarkozy, consigliato da Bernard-Henri Levy, e con il sostegno del partito socialista. L’intervento di quattro anni fa ha provocato degli squilibri geopolitici di cui vediamo oggi le conseguenze. È stato un gigantesco errore strategico da parte di Sarkozy, e di chi l’ha appoggiato.
Era meglio lasciare Gheddafi al potere?
Probabilmente sì, anche se è triste ammetterlo. Lo posso dire serenamente perché noi non avevamo nessun legame con il regime di Gheddafi, diversamente da Sarkozy. Il regime libico era autoritario, ma laico. Riusciva a tenere insieme le diverse minoranze e a controllare i flussi migratori. La geopolitica è la scelta del meno peggio. Gheddafi era meno peggio dei fondamentalisti islamici che vogliono prendere il potere, imponendo la Sharia e trasformando la Libia in un avamposto per lanciare la conquista del terrorismo in Europa.

(Foto di copertina: Reuters / Charles Platiau. Fonte: archivio LaPresse)

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