Car Sharing, la rivoluzione della mobilità condivisa

UN RISPARMIO SUI COSTI – Mondoeco definisce questa soluzione ideale anche per arrivare ad una riduzione nel costo delle assicurazioni a carico dei dipendenti. Le grandi aziende mettono a disposizione dei dipendenti un parco auto da loro utilizzabile pagando una quota definita per diminuire le auto e le spese. Martyn Briggs, Mobility Program Manager di Frost & Sullivan, illustrando i vantaggi della mobilità condivisa ha spiegato che «oltre la metà delle vendite europee di automobili è costituita da veicoli aziendali e considerando la crescente domanda di servizi di car sharing, era prevedibile che i due modelli di business convergessero. I vantaggi della mobilità condivisa stanno nella riduzione dei costi, nel miglioramento dell’efficienza, nonché in termini di facilità di utilizzo e flessibilità».

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IN ARRIVO IL CAR SHARING TRA PRIVATI? – Ed ancora. Se è vero che le aziende hanno pensato di sfruttare le novità del car-sharing per modificare o rivoluzionare la mobilità dei dipendenti, dagli Stati Uniti arriva un’idea che potrebbe cambiare ulteriormente il rapporto tra persone ed automobili. Stiamo parlando del Car Sharing Peer to Peer, ovvero tra privati. Qualenergia ci spiega che negli Usa esistono servizi come RelayRiders o Getaround mentre in Germania e Francia ci sono rispettivamente Tamyca e Buzzcar. In Italia il servizio al momento è affidato a due start-up,  Car2Share e Dryfe. Il problema in questo caso sta nell’esistenza di una doppia polizza che copra sia il proprietario del mezzo che sarà interessato da una soluzione di tipo Kasko con responsabilità civile sia il conducente che avrà una polizza per responsabilità civile con franchigia.

3.500 EURO L’ANNO PER UN’AUTO CHE STA FERMA – Car2Share e Dryfe prevedono la nascita di una piattaforma compresa di un’app per smartphone con geolocalizzazione per coordinarsi. E le due aziende otterranno in cambio una percentuale sulla transazione. Enrico Pagliari dell’Aci spiega che le auto costano mediamente 3.500 euro l’anno per le spese di base che vengono pagate anche se la vettura sta ferma. E certamente il noleggio tra privati potrebbe rappresentare una soluzione che verrebbe confermata dalle tariffe proposte da Buzzcar, il servizio francese forte di 72.000 utenti e 7.000 auto messe in affitto, dal costo orario compreso tra 3 e 10 euro mentre al giorno si possono pagare dai 20 ai 30 euro.

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LE LIMITAZIONI DEL CODICE DELLA STRADA – Ma il vero problema in questo caso è rappresentato dall’articolo 84 del Codice della Strada che vieta l’affitto di automobili, consentendolo solo per le vetture sul cui libretto viene specificata la possibilità di noleggiarle. Certo, un privato potrebbe ottenere rientrare delle spese mentre chi usa la macchina occasionalmente avrebbe un modo per potersi muovere in economia. In attesa di avere un chiarimento giuridico in questo senso, è opportuno parlare di un grande problema che inizia ad interessare le vetture destinate al car-sharing. Tempo fa avevamo parlato dei rischi derivati da una tariffazione al minuto che portava gli utenti a correre in strada incuranti dei limiti o dei divieti nella speranza di arrivare prima, pagare meno e farla franca, magari proponendo un parcheggio «creativo» allo scopo di risparmiare altro tempo.

IL PROBLEMA VANDALISMO – La questione in questo caso viene regolata dal contratto. Chi fa danni paga a seconda del contratto di assicurazione, tenendo conto della franchigia prevista, con le multe che vengono messe a carico di chi stava guidando la vettura. Ma nelle ultime settimane, come riporta il Corriere della Sera, è emerso un altro problema, forse ancora più grave. Cioè quello del vandalismo. Al momento sono oltre 100 le Smart del servizio Car2go oggetto di danneggiamenti con gomme bucate, vetri rotti, computer di bordo rubati. Una macchina bruciata. E certo preoccupa pensare che a Milano il fenomeno, valutato come fisiologico, si sta moltiplicando con una frequenza preoccupante.

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UNA QUESTIONE DI CIVILTÀ? – Boicottaggio? Criminalità? Non è dato saperlo. Certo è che i gestori hanno chiesto al Comune di Milano di tagliare fuori dall’area di noleggio alcune zone ritenute meno sicure. E nel frattempo Palazzo Marino sta pensando d’incontrarsi con i 31 comuni dell’area metropolitana per ampliare il servizio. Segno che il cammino del car-sharing è pressoché segnato. Ma detto questo, è necessario che anche gli utenti abbiano coscienza del valore della cosa pubblica, seppur fornita da privati. Tra incidenti, parcheggio selvaggio e vandalismo il servizio salutato come benefico e salvifico rischia di trasformarsi in un grosso danno d’immagine per il Comune, per le aziende e per la realtà stessa della mobilità condivisa.

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