Carlo Conti: «Io direttore di Radio Rai per volere di Renzi? Mi viene da ridere»
08/09/2016 di Redazione
Dai successi televisivi a partire dagli ultimi due Festival di Sanremo, Carlo Conti è passato alle polemiche relative al cambio di linea editoriale e ai palinsesti rinnovati delle tre emittenti radiofoniche dell’azienda pubblica. Vulgata vuole infatti che a metterlo alla direzione di Radio Rai sia stato il presidente del Consiglio in carica: «Mi ha fatto molto ridere. Nell’85 quando ho avuto il primo contratto, Renzi era bambino. In questo momento basta che sei fiorentino e tentano di tirarti per la giacca, ma ripeto alle etichette politiche preferisco quelle musicali». Si difende così Conti su Repubblica, intervistato da Silvia Fumarola, tornando sui casi radiofonici che hanno tenuto banco nel corso dell’estate, dal J’accuse di Francesca Fornario in merito a censure del suo programma ‘Mamma non mamma’ al possibile taglio di ‘610’ di Lillo e Greg.
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Ed eccolo il Conti pensiero:
«Con la storia che avrei chiuso 610 di Lillo e Greg mi hanno massacrato. Quando parte una bomba sul web non la puoi fermare, e se Lillo e Greg, come era previsto, sono rimasti su Radio2 in altro orario, allora è stata una retromarcia. […] Lillo e Greg ci saranno, non è mai stato messo in discussione. Aspettavamo quale collocazione potevano accettare in base ai loro impegni. Radio2 dal Ruggito del coniglio a Un giorno da pecora non censura nessuno, ci sono tutte le voci»
L’accoglienza di certo non è stata delle migliori. La stessa scelta di “passare” più musica, favorendola rispetto al talk, è stata ampiamente criticata. Conti non si smarca:
«Sono entrato in punta di piedi, il mio ruolo è dare indicazioni, perfezionare, suggerire. I risultati non si vedranno in tempi brevi, la radio ha bisogno di tempo. Il mio è stato un lavoro di coordinamento. […] I direttori hanno lavorato con la massima libertà editoriale, alcuni suggerimenti sono stati accolti, altri no. Tutto con la massima civilità. Abbiamo cercato di valorizzare il mezzo»
E ancora:
«Non può esserci la mia radio ideale, la ascolterebbero in quattro, ogni rete deve prendere la sua strada e fare il meglio in quella direzione. Su Radio3 o Radio1 che hanno un target medio alto è inutile fare musica hip hop. Radio2 è la rete che racconta lo spettacolo, la più fresca e la più giovane, quella dell’intrattenimento e della satira».
Photocredit copertina ANSA/MOURAD BALTI