Carlo Giuliani, piazza vietata ai poliziotti
09/07/2015 di Redazione
Per ragioni di ordine pubblico il sindacato di polizia Coisp non organizzerà nessun sit-in in piazza Alimonda a Genova, il luogo dove il 20 luglio di 14 anni fa, durante gli scontri anti-G8, morì il giovane Carlo Giuliani, colpito da un proiettile esploso da un carabiniere. A notificare il decreto con cui la manifestazione viene formalmente vietata è stata la Questura genovese, che ha così messo fine all’ultima polemica sulla figura di Giuliani.
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Il copione, infatti, si ripete da molti anni. Il comitato che porta il nome del ragazzo organizza puntualmente per il 20 luglio una manifestazione per ricordare la sua scomparsa. Anche il Coisp pochi giorni prima di quella data annuncia la sua presenza in piazza Alimonda. Quest’anno però il sindacato lo aveva fatto con l’intenzione di «togliere la targa posta ufficialmente nel 2013» per ricordare Giuliani. Un’iniziativa che partiti e movimenti hanno giudicato come «indecente provocazione» e che Giuliano Giuliano, papà di Carlo, ha definito «solo pubblicità». Lo racconta Alberto Puppo su Repubblica:
Il sindacato, nel motivare l’idea della contromanifestazione, aveva spiegato che la manifestazione non avrebbe voluto essere «assolutamente etichettata come una boutade o peggio ancora una provocazione, ma essere un momento costruttivo dal quale però far emergere il G8 genovese in tutta la sua cruda e difficile realtà evitando che diventi per l’ennesima volta solamente un pretesto per attaccare nuovamente l’operato delle forze dell’ordine». I toni non sembravano particolarmente concilianti: «Fin dalle prime luci dell’alba raccoglieremo firme per togliere la targa posta ufficialmente nel 2013 per ricordare il ragazzo». Una lapide che per il Coisp è una forma di cattiva educazione per le giovani generazioni: «Per chi non lo ricordasse, Carlo Giuliani cercò di uccidere un carabiniere servendosi di un estintore». Era bastato l’annuncio perché si scatenassero reazioni a catena. Con il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero a definire l’idea come «indecente provocazione», l’Arci a chiamare all’appello tutte «le forze democratiche contro un’offesa alla memoria della città e del Paese». E ancora Sel, con i suoi referenti nazionali e locali impegnati a chiedere al prefetto di Genova di bloccare la manifestazione.
(Foto di copertina: Ansa / Carenini Chiara)