Caso Azzollini, Luigi Zanda risponde a Debora Serracchiani

Luigi Zanda, visibilmente irritato per le critiche ricevute indirettamente da Debora Serracchiani sul caso Azzolini, risponde piccato: “Invidio molto chi riesce a esprimersi sulla libertà o l’arresto di un parlamentare senza aver letto gli atti, senza aver partecipato a un lungo dibattito e aver ascoltato la sofferenza con cui molti senatori del Pd hanno raggiunto il proprio convincimento“, dice il capogruppo del Pd al Senato, intervistato da Liana Milella su Repubblica: “Rispedirei la mail inviata ai parlamentari sulla libertà di coscienza”, continua l’ex esponente della Margherita.

CASO AZZOLLINI, LUIGI ZANDA RISPONDE A DEBORA SERRACCHIANI

Ieri il senatore del Nuovo Centrodestra è stato scudato dall’aula di palazzo Madama rispetto all’ipotesi di arresti domiciliari, grazie al voto determinante dei parlamentari del Partito Democratico. La vicesegretaria del Partito Democratico Debora Serracchiani ha affermato che si dovrebbe chiedere scusa; Luigi Zanda la pensa diversamente.

Riscriverebbe la mail ai colleghi parlando di «libero convincimento » per Azzollini?

«Sì, tale e quale. Avevo molto riflettuto e ieri c’è stata una riunione dell’ufficio di presidenza del gruppo in cui è stata concordata la linea, sia pure con molte preoccupazioni non sul merito della decisione, quanto sugli effetti mediatici ».
Quanti senatori c’erano?
«Una dozzina».
In giunta il Pd aveva votato sì all’arresto. Perché lei ha dato libertà di coscienza?
«I senatori del Pd, sia in giunta che in aula, hanno votato secondo il loro convincimento. Non posso escludere perfino che, dopo una lunga riflessione, senatori del Pd della giunta abbiano votato diversamente in aula».
Ne ha parlato con Renzi o con Lotti?
«Né con loro, né con altri membri del governo ho mai, dico mai, parlato di Azzollini».
Sarebbe stato anomalo sentire cosa ne pensava Renzi?
«Direi di sì. Era una decisione parlamentare, di cui io e il gruppo abbiamo la responsabilità».
Serracchiani vuole chiedere scusa.
«Invidio molto chi riesce a esprimersi sulla libertà o l’arresto di un parlamentare senza aver letto gli atti, senza aver partecipato a un lungo dibattito e aver ascoltato la sofferenza con cui molti senatori del Pd hanno raggiunto il proprio convincimento».

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Zanda lo dice chiaramente: il suo è stato un comportamento estremamente meditato e, appunto, dettato da motivazioni di coscienza e di rispetto delle prerogative parlamentari.

Perché nella mail ha mandato pure la relazione di minoranza dell’Ncd D’Ascola?
«Ci mancherebbe altro che trattandosi dell’arresto di una persona avessi censurato la memoria difensiva ».
Non è singolare che, quando D’Ascola ha finito di parlare, molti senatori Pd siano andati a stringergli la mano?
«Guardi, adesso sto invidiando lei che ha visto e ha ascoltato dalla tribuna stampa quello che io non sono riuscito a sentire né a vedere dall’aula…».
Sta di fatto che più della metà del gruppo Pd ha votato per Azzollini, dice che la richiesta di Trani è debole e che è ora di finirla con le manette.
«Questa delle manette è una vera sciocchezza. Comunque al voto segreto preferisco quello palese che avrebbe impedito illazioni che nessuno potrà provare».
Il salvataggio è un segnale contro i giudici?
«Non lo è nel modo più assoluto. Il voto riguardava l’arresto preventivo di Azzollini e non il suo processo che farà la sua strada ed è lì che dovrà dimostrare se è innocente o colpevole».

Né il comportamento del Partito Democratico sarebbe dettato da motivazioni politiche, che comunque sono presenti, visto che la situazione dei numeri parlamentari è quella che è.

Alla Camera il Pd ha votato per l’arresto di Genovese e Galan. Al Senato avete paura di Ncd?
«Ma che razza di domande mi fa? L’arresto di parlamentari non è una gara tra Camera e Senato. Potrei dire che il Senato ha votato la decadenza di Berlusconi o l’arresto di Lusi, ma questa competizione mi irrita non poco».
Però tutti sanno dei suoi buoni rapporti con Schifani…
«Senta, io ho buoni rapporti con la gran parte dei parlamentari di maggioranza e opposizione, ma con nessuno faccio accordi come quelli che sta insinuando».
Il Pd cede con Ncd su intercettazioni, prescrizione, durata delle indagini, Azzollini.
«È una falsa raffigurazione. Di Azzollini ho detto, sul resto ricordo che il Pd non ha la maggioranza assoluta alla Camera né tanto meno al Senato e che quello di Renzi è un governo di coalizione».

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