Caso Yara, “lite” fra gli avvocati di Bossetti e la famiglia Gambirasio
03/10/2014 di Redazione
Da quando Massimo Giuseppe Bossetti è stato arrestato con l’accusa di essere l’assassino della loro bambina, Fulvio e Maura Gambirasio, i genitori della piccola Yara, per la prima volta intervengono sulle dichiarazioni dell’avvocato Claudio Salvagni, uno dei difensori del carpentiere di Mapello in cella dal 16 giugno scorso. Giovedì sera ad Iceberg, la trasmissione di approfondimento su Telelombardia, Salvagni è tornato a parlare della pista della vendetta contro la famiglia della tredicenne. «Un’ipotesi che gli inquirenti non hanno mai preso in considerazione seriamente», ha detto il legale.
LA NOTA DEI GAMBIRASIO – I Gambirasio hanno risposto alla dichiarazione attraverso una nota dei loro legali Andrea Pezzotta e Enrico Pelillo: «Siamo da sempre convinti – la premessa degli avvocati Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo – che i processi debbano essere celebrati nelle aule dei Tribunali e non nei salotti televisivi. Per questa ragione ci guardiamo bene dal partecipare ai dibattiti televisivi sul tragico caso di Yara». «Usciamo, però, oggi dall’abituale riserbo per dire che è del tutto inaccettabile che uno dei difensori del signor Massimo Bossetti, nel corso dell’ennesima trasmissione televisiva, abbia evocato nuovamente l’ipotesi di una presunta vendetta ritorsiva nei confronti della famiglia Gambirasio». «Se il difensore del signor Bossetti ha degli elementi concreti che vanno in quella direzione – sottolineano ancora i due avvocati – li porti non in televisione, ma in Tribunale ed in quella sede ci confronteremo. Se invece non li ha, e siamo convinti che sia così, si astenga dal rilasciare simili dichiarazioni. La famiglia Gambirasio ha sofferto fin troppo per dover anche sopportare sospetti ed illazioni fondate sul nulla».
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LA RISPOSTA DI SALVAGNI – L’avvocato Salvagni ha poi risposto ai due legali tramite il Corriere della Sera: «Ho risposto a una provocazione. Su domanda, ho spiegato che nell’indagine esistono alcune zone d’ombra e che al momento non posso escludere che ci siano altre piste, compresa quella della vendetta contro la famiglia». Il legale poi fa presente di avere « il massimo rispetto e la massima sensibilità nei confronti dei Gambirasio», aggiungendo che «c’è un’altra famiglia distrutta da questa vicenda». «Quando – conclude – arriveremo alla chiusura delle indagini, allora potrò ritenere se davvero è infondato il movente della vendetta. Fino a quel momento, non posso escludere nulla». Nel frattempo Massimo Bossetti ha incontrato per la prima volta il figlio maggiore di 13 anni: il 14 ottobre, al Tribunale della Libertà di Brescia, si terrà l’udienza sul ricorso presentato dai difensori contro la decisione del gip di Bergamo Ezia Maccora di tenerlo in cella. Il verdetto dovrebbe arrivare nei giorni successivi.
(Photocredit: Spada/LaPresse)