Cerchi lavoro? Prova alla Farnesina…
21/05/2013 di Stefania Carboni
Se Maometto non va dalla montagna la montagna va negli Stati Uniti d’America. O a Ginevra o a Parigi, oppure ancora a Dubai, dove il Ministero degli Esteri assume tranquillamente nuove (e vecchie) facce, ben pagate e alla faccia della legge Fornero che blocca i colleghi italiani. Da San Francisco a Los Angeles sarebbero circa dieci le unità selezionate nei colloqui di questi ultimi mesi nella terra di Obama.
CERCASI SCUOLA MEDIA – Requisiti per partecipare al colloquio? Che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, che siano di sana costituzione e che siano in possesso del diploma di istruzione secondaria di 1° grado. Cioè, basta la scuola media per esser assunti nel consolato di Dubai, come indica il bando datato 20 febbraio 2013. Il compenso? Sempre il bando in questione recita: “Ai soli fini informativi e con riserva di determinazione definitiva da parte del Ministero degli Affari Esteri, la retribuzione globale prevista è di circa 17.000 euro per l’intero semestre”. A Parigi sono più selettivi. Oltre agli stessi requisiti arabi occorre esser residente in Francia da almeno due anni. Uno, due punti in più per i diplomati e i laureati, fino a tre punti per chi è già competente in materia e ha fatto mansioni simili. Idem per Brasile e Svizzera. A Los Angeles bastano le elementari, ma ci vuole la residenza stelle e strisce da due anni e una patente di guida targata California.
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IN ITALIA – Lungo il nostro stivale le cose invece si fanno difficili. Gli stipendi italiani sono congelati intorno ai 1200 euro di media, gli aumenti sono bloccati e ogni possibilità di assunzione nel pubblico impiego diventa una chimera. Nel Belpaese il Ministero degli Esteri è riuscito a concedersi una scappatoia potendo bandire all’anno un concorso di accesso alla carriera diplomatica. Scopo del bando è assumere un contingente annuo non superiore a 35 segretari di legazione in prova. A permetterlo l’articolo 4 del decreto-legge primo gennaio 2010, diventato legge il 5 marzo 2010. “I contrattisti a legge italiana negli Stati Uniti – ci spiega una fonte vicina alle ambasciate – percepiscono 6500 euro al mese o anche più, godendo inoltre di benefici quali l’assistenza medica che in Italia ormai è solo un triste ricordo. I contrattisti a legge locale negli Stati Uniti viaggiano oltre i 5000 euro mensili con gli stessi benefici sanitari e con notevoli prebende legate al nucleo familiare a carico”. Un Capo Ufficio che ha il livello di Consigliere d’Ambasciata viaggia su un totale annuo lordo di 125.237,06. Si sale fino a un segretario generale con 389.027,70 lordi fino a al più basso Consigliere ministeriale di II^ fascia con 91.154,96 lordi totali.
LE LEGGI CHE LO PERMETTONO – A dare il via una autorizzazione ministeriale del 22 gennaio 2013. A regolare inizialmente i contratti nei consolati nel mondo è stato il titolo VI del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, numero 18. La norma è stata rivista e modificata negli anni. Importante è il decreto legislativo 103 del 7 aprile 2000. Riguardo al determinato specifica:
Le rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari e gli istituti italiani di cultura possono essere autorizzati a sostituire con impiegati temporanei, per il tempo di assenza dal servizio e comunque per periodi di tempo non superiori a sei mesi, gli impiegati a contratto che si trovino in una delle situazioni che comportano la sospensione del trattamento economico. Per particolari esigenze di servizio, gli uffici all’estero possono essere autorizzati ad assumere, nei limiti del contingente di cui all’articolo 152, impiegati temporanei per periodi non superiori a sei mesi. Detti contratti sono suscettibili, stante il perdurare delle particolari esigenze di servizio, di un solo rinnovo per un periodo non superiore a sei mesi. Gli impiegati assunti con contratto temporaneo non possono essere assunti con nuovo contratto temporaneo se non dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dalla scadenza del loro precedente rapporto di impiego.
I requisiti sono invece fissati dal D.M. 032/655. Tutti i candidati salvo coloro che concorrono per le mansioni di autista-commesso centralinista sono sottoposti, oltre che al colloquio ed alla prova pratica a due ulteriori prove: una traduzione scritta, senza l’uso del dizionario e nel tempo massimo di un’ora e una prova pratica di uso del pc. per gli interpreti valgono anche due traduzioni scritte, sempre senza dizionario, mentre l’autista dovrà conoscere le norme locali sulla circolazione.
VECCHI IDONEI– Le sedi consolari italiane all’estero dipendono dal Ministero degli Affari Esteri. Se si scorrono le liste di ammissione, basta confrontare nomi e cognomi, confrontarli con i vari cv on line ed ecco che spunteranno vecchie conoscenze di Consolati e ambasciate. In genere sono gli ex dipendenti ad avere la meglio e subentrare in lista ai primissimi posti. A San Francisco ad esempio su 23 sono passate idonee tre persone. Una di queste ha già lavorato nel consolato. A Philadelfia una ventina circa hanno superato lo scritto ma gli idonei saranno otto. Tra cui (ci indica una fonte) spunterebbe un ex autista.
GRAZIE SENATO – E’ grazie ad un emendamento scritto su proposta e “pressione” dell’allora ministro Terzi che la spending review viene vista in modo particolare da parte della Farnesina. Poche righe per un salvacondotto generale dove all’emendamento al comma 5 si specifica:
Per il personale della carriera diplomatica e per le dotazioni organiche del personale dirigenziale e non del Ministero degli affari esteri, limitatamente ad una quota corrispondente alle unità in servizio all’estero alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, si provvede alle riduzioni di cui al comma 1, nelle percentuali ivi previste, all’esito del processo di riorganizzazione delle sedi estere e, comunque, entro e non oltre il 31 dicembre 2012; sino a tale data trova applicazione il comma 6 del presente articolo.
Niente riduzioni finché non si sono riorganizzate le rappresentanze. Niente assunzioni (deroghe a parte) e sopratutto niente aumenti. E i tagli ricadranno solo su una parte dei dipendenti, magari docenti ma non funzionari, aumentando disparità di salari come già è successo (non senza fastidi) in India.