Cesare Previti perde la causa con Marco Travaglio
24/07/2012 di Dario Ferri
N essuna diffamazione: il Fatto Quotidiano non deve risarcire Cesare Previti. Come scrive il quotidiano, il Tribunale di Roma, con sentenza del 20 luglio, ha respinto la citazione civile per danni dell’ex ministro nei confronti del giornale e del vicedirettore Marco Travaglio, difesi dall’avvocato Caterina Malavenda:
Previti non avrà diritto a nessuno dei 100 mila euro richiesti e dovrà farsi carico delle nostre spese processuali. L’articolo contestato, “Si scaldi Previti a bordo campo”, è stato pubblicato sul Fatto Quotidiano del 15 gennaio 2011, firmato da Travaglio nel consueto stile beffardo. Ecco i passaggi incriminati: “Non resta dunque che tornare all’antica ricetta previtiana: comprarsi i giudici (“a Renà, te stai a dimenticà a bbusta”, “damoje na borza de sordi”). È vero che Cesarone nostro… è un po’ fuori allenamento. Ma potrebbe iniziare a scaldarsi a bordo campo, fuori dal Tribunale, provando a corrompere qualche passante. Se non avrà perso completamente la mano, passerà agli uscieri, poi ai cancellieri e infine ai mag istrati”.
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La motivazione della sentenza è chiara:
“Sussiste, nel caso in esame, la scriminante del diritto di satira. […] È tipico della satira offrire una deformazione grottesca della realtà”. I limiti entro cui la satira dev’essere esercitata, spiega il giudice Cristiana Ciavattone, sono stati rispettati: i “toni aspri… non sono eccedenti rispetto allo scopo informativo perseguito” ed è “certamente presente la sussistenza dell’interesse pubblico alla diffusione del messaggio, quale quello del biasimo per la corruzione”. Ma soprattutto la satira ha rispettato “il requisito di veridicità dei fatti” e le espressioni attribuite a Previti da Travaglio sono tutte “riportate nella sentenza n.11069/03 emessa dal Tribunale di Milano nel noto processo SME”.
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