Possibile, Giuseppe Civati parte fra speranze e contraddizioni
21/06/2015 di Tommaso Caldarelli
Giuseppe Civati e Possibile, fra speranze e contraddizioni decolla la creatura del deputato ex del Partito Democratico, convocata a Roma in zona Appia per la prima assemblea nazionale del movimento; una genesi travagliata, con la location che si è dovuta spostare: ma i militanti, circa 2mila i presenti, non hanno tardato a colmare il circolo Arci immerso nel sole, fra giornalisti, esponenti della sinistra a vario titolo che hanno scelto di essere presenti “per ascoltare”, militanti entusiasti provenienti dalle campagne congressuali per Civati segretario e dalle associazioni E’ Possibile già operative in tutta Italia da qualche anno.
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GIUSEPPE CIVATI E POSSIBILE, FRA SPERANZE E CONTRADDIZIONI
“Le cose cambiano cambiandole. C’è sempre una possibilità”, dice il deputato lombardo concludendo il suo intervento dal palco: “Non abbiate paura, fondate subito i comitati, bisogna partire oggi”, dice il deputato ai tanti attivisti intervenuti. “Il governo di Matteo Renzi sta disegnando una società in cui quelli come noi, la sinistra, non sono più rappresentati. Uscire dal Partito Democratico è stata una necessità”, dice dal palco; a Giornalettismo, prima del suo intervento, aveva dichiarato: “Io qui sono solo il promotore di una squadra straordinaria, non sono il leader, di leader ce ne sono già troppi; tutte le persone che sono qui sono migliori di me”. Spazia il suo intervento su temi di attualità e di politica: “In questa città, voglio dire a Fabrizio Barca che il giallo su quale circolo del Partito Democratico fosse peggiore era appassionante, ma ora noi siamo interessati a capire quale tipo di centrosinistra nuovo sia utile a questa città. Altrimenti non siamo interessati”. E ancora: “Siamo tutti sicuri che Ignazio Marino sia fuori da Mafia Capitale, perciò per Renzi sembra la cosa più naturale del mondo andarlo a dileggiare in televisione”.
“DA UN CERTO PUNTO IN POI NON HO PIU’ SAPUTO DIFENDERE QUEL CHE STAVAMO FACENDO”
Ancora: “Il reddito minimo? Sono battaglie su cui saremmo tutti d’accordo, anche i sindacati le hanno accolte e potrebbero cambiare il volto del paese. Dobbiamo ricordarci, poi, che siamo sulla stessa barca di Alexis Tsipras, e un’Europa in cui un governo socialista come quello di François Hollande chiude le porte, è un’Europa che perde la sua strada”. Applauditissimo, chiaramente, il leader che non si sente leader. Nello spazio del circolo Arci, tutti i leader della sinistra di alternativa: c’è Nicola Fratoianni di Sel – che ribadisce: “Sinistra, Ecologia e Libertà è pronta a sciogliersi in Possibile, in un progetto più grande”; c’è Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista e Marco Furfaro, già candidato dell’Altra Europa con Tsipras. “Noi non siamo un altro movimento della sinistra, siamo la sinistra”, dice Luca Pastorino: “Un segmento politico unitario, oltre i recinti tradizionali”. “Io ho capito che era arrivato il momento di uscire dal Partito Democratico dopo il dato dell’astensione nell’elezione dell’Emilia Romagna. Serviva un soggetto migliore, una sinistra alternativa ma di governo, che prova a prendere atto dei problemi sociali e che li rappresenta; Possibile è un progetto per la sinistra”, ci dice Veronica, una militante: “Tanti di sinistra non hanno spazio di rappresentanza, me lo dicevano: mi piace Civati ma fino a che sta nel Pd è come tutti gli altri”; e sinceramente da un certo punto in poi non ho potuto più difendere quel che stavamo facendo”. Entusiasmo e convinzione, dunque, ma anche semplice curiosità da parte dei tanti “intrusi” provenienti da altre formazioni politiche.
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POSSIBILE, LE PERPLESSITA’: “PIPPO LEADER NON BASTA”
Ci sono i comunisti del PCdI che si aggirano “per osservare cosa sta accadendo”, anche se poi sentenziano: “Mi sembra non ci sia niente di nuovo, sono un po’ grillini di sinistra”; ci sono i Radicali romani con Riccardo Magi, che insieme a Possibile stanno promuovendo insieme a Possibile “alcune delibere” riguardanti il “superamento dei campi rom, la riforma dei centri di accoglienza e del sistema dei richiedenti asilo. Abbiamo delle convergenze su degli obiettivi comuni”, ci dice l’esponente del consiglio comunale romano funestato dalle inchieste giudiziarie. L’entusiasmo è tanto e palpabile, sopratutto per i due interventi di Christian Raimo e Nicola Fratoianni, applauditissimi; uno dei personaggi più citati è Papa Francesco: ma anche fra i militanti c’è chi non è del tutto convinto, serpeggiano un po’ di dubbi sulla nuova creatura politica, ancora tutta da costruire chiaramente, ma che secondo alcuni parte “con i presupposti sbagliati”. “Questa non può essere una Sinistra, Ecologia e Libertà, solo fatta un po’ meglio”, ci dice un militante “abbastanza addentro nell’organizzazione: “E sopratutto non può continuare solo con Civati leader, qui c’è tanta bella gente ma il progetto nasce male, perché Pippo è un player solitario; che se sei una ruspa come Renzi può pure andare, ma se non lo sei è un disastro. In generale vedo meno entusiasmo di quel che vorrei nell’organizzazione; parliamoci chiaro, chi è qui oscilla ancora troppo fra da un lato il renzismo di sinistra, o il renzismo che non ce l’ha fatta; dall’altro lato, i veterocomunisti alla Stefano Fassina”, presente anche lui in prima fila: “Di certo per me si apre il tema della permanenza nel Partito Democratico che fa gli interessi della Troika e dell’Europa delle banche”.