Class action contro Spotify per violazione del diritto d’autore: rischia di pagare 150 milioni di dollari
30/12/2015 di Redazione
David Lowery ha fatto causa a Spotify per 150 milioni di dollari. Il frontman dei Cracker and Camper van Beethoven si è fatto portavoce di “centinaia di migliaia” di potenziali querelanti “colpiti dalle violazioni del diritto d’autore”. Se in passato il servizio di streaming era stato accusato di elargire royalties troppo basse questa volta gli viene contestato di non pagarle affatto.
LE ACCUSE
Lowery, che oltre al musicista fa anche il professore di economia alla University Of Georgia, rimprovera all’azienda svedese di aver copiato e distribuito le composizioni musicali senza il consenso dei titolari. Nello specifico quattro brani della sua band sarebbero stati diffusi a 75 milioni di utenti facendo “arricchire ingiustamente” Spotify per almeno 150 milioni di dollari.
LE REPLICHE
Da sempre l’azienda nega ogni tipo di violazione dei diritti d’autore e appena sei mesi fa il fondatore Daniel Ek aveva dichiarato di aver pagato più di 3 miliardi di dollari ai musicisti. «Siamo impegnati a pagare ogni centesimo – fanno sapere in una nota -. Purtroppo, soprattutto negli Stati Uniti, i dati necessari per determinare i legittimi titolari dei diritti sono a volte mancanti, inesatti o incompleti». Un accordo con l’associazione nazionale delle case discografiche è già in cantiere per “risolvere il problema una volta per tutte”.