Claudio Abbado: è morto il direttore d’orchestra e senatore a vita
20/01/2014 di Alessandro D'Amato
Claudio Abbado è morto. Il direttore d’orchestra e senatore a vita (appena nominato da Giorgio Napolitano) era nato a Milano nel 1933 e aveva 81 anni. Lo riferisce SkyTg24. Abbado era gravemente malato da qualche tempo. Era stato tra le altre cose direttore musicale della Scala, della Staatsoper di Vienna e direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Berlino. Dal 2004 ad oggi è stato Direttore musicale e artistico dell’Orchestra Mozart di Bologna.
CLAUDIO ABBADO È MORTO, L’ANNUNCIO DELLA FAMIGLIA – Ad annunciare ufficialmente la morte di Claudio Abbado, avvenuta a Bologna, è una nota della famiglia arrivata dalla segreteria del Maestro poco prima delle 11: «Questa mattina alle 8.30 è morto serenamente Claudio Abbado circondato dalla sua famiglia. Le informazioni relative alle esequie verranno comunicate successivamente». Prima di questa nota la notizia era arrivata anche da Bolzano, città di cui Abbado era cittadino onorario di Bolzano, in virtù delle sue moltissime presenze in città alla testa dell’Orchestra giovanile europea. All’atto dell’accettazione dell’incarico parlamentare deciso alcune settimane fa, Abbado aveva dato una risposta dalla quale traspariva la preoccupazione per il proprio stato di salute. Aveva infatti detto di sperare che le sue condizioni fisiche gli consentissero di onorare con impegno pieno il mandato ricevuto. Da tempo però non frequentava Palazzo Madama e la sua vita pubblica era di fatto cessata.
CLAUDIO ABBADO E’ MORTO – Nato a Milano e diplomatosi presso il Conservatorio meneghino, a soli 35 anni Abbado diventa direttore musicale del Teatro alla Scala. Nel corso della sua lunga carriera è stato alla guida delle più grandi orchestre del mondo, acquisendo meriti artistici nel campo musicale attraverso l’interpretazio
CLAUDIO ABBADO, DALLA PARTE DEI NUOVI TALENTI – Abbado è stato direttore stabile e musicale delle più prestigiose Istituzioni musicali del mondo come, appunto, il Teatro alla Scala e i Berliner Philharmoniker; diventando ideatore di nuove istituzioni per lo studio e la conoscenza della nuova musica. Allo stesso modo ha lavorato per permettere la valorizzazione di giovani talenti, dando vita a nuove orchestre come la European Union Youth Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe, la Mahler Chamber Orchestra e la Orchestra Mozart.
CLAUDIO ABBADO, L’ANNUNCIO DELLA MORTE – Daniela Hamaui, giornalista, annuncia la morte di Claudio Abbado con un tweet:
È morto Claudio #Abbado ma la sua musica sarà sempre con noi
— Daniela Hamaui (@dhamaui) 20 Gennaio 2014
CLAUDIO ABBADO, IL CORDOGLIO DI MATTEO RENZI – “Un pensiero commosso a Claudio Abbado. La sua generosità verso Firenze. La sua grandezza straordinaria”, scrive invece il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, su Twitter. In questo video da Repubblica l’orchestra Mozart di Bologna esegue la Egmont Overture op. 84 di Beethoven:
CLAUDIO ABBADO, AMMIRATORE DI CASTRO E CHAVEZ? – La nomina di Abbado a senatore a vita, tuttavia, ha scatenato le reazioni di parte del web italiano, che ha subito ricordato le dichiarazioni del maestro quando, nel 2010, ospite di Fazio e Saviano a Vieni via con me, aveva avuto parole di ammirazione per la politica culturale portata avanti dal governo venezuelano dove si potevano trovare “duecentottanta orchestre giovanili”. Nel 1999 Abbado era stato a Cuba, un concerto per il compleanno di Fidel Castro, all’epoca ancora saldamente al governo dell’isola. Qualche mese prima, nel corso di un’intervista per il Corriere della Sera, Abbado aveva dichiarato che Cuba, da anni sottoposta all’embargo totale, aveva “bisogno di aiuto”, per salvare la musica: “E pensare – aveva ricordato il maestro che un tempo, una cinquantina d’anni fa, Cuba aveva una delle orchestre più prestigiose del mondo, la Filarmonica dell’Avana. […] Adesso, dopo infinite vessazioni economiche, la situazione musicale del Paese è ridotta allo stremo. Non ci sono neanche più i soldi per cambiare le corde agli strumenti”. In questo video su Youtube lo vediamo suonare Mahler:
CLAUDIO ABBADO, L’ANNUNCIO DELLA SUA MORTE NEL MONDO – Il quotidiano francese Le Figaro è tra le prime testate estere a dare la notizia della morte del direttore d’orchestra: viene riportato un lancio d’agenzia con la dichiarazione di Attilia Giuliani, presidente dell’associazione «Gli Abbadiani».
Anche il Die Welt pubblica l’annuncio della morte di Claudio Abbado:
Dal Regno Unito anche il Guardian annuncia la notizia, sottolineando la malattia di cui soffriva Claudio Abbado e il fatto che da mesi il direttore d’orchestra milanese si fosse ritirato dalla vita pubblica:
Ne dà notizia anche il Der Standard, uno dei principali quotidiani austriaci con sede a Vienna, dove Abbado aveva lavorato come direttore musicale della Staatsoper:
CLAUDIO ABBADO, SENATORE E MUSICISTA: Su Twitter, intanto, si ricorda l’impegno di Claudio Abbado che aveva devoluto il suo stipendio da senatore alla Scuola di Musica di Fiesole:
Come sottolinea @ItalianPolitics Claudio Abbado aveva RINUNCIATO allo stipendio da senatore per devolverlo alla scuola di Musica di Fiesole
— Paola Barbagallo (@paoladelusa) January 20, 2014
CLAUDIO ABBADO, IL CORDOGLIO SU TWITTER – La notizia della morte di Claudio Abbado si è diffusa molto rapidamente sui social network e l’hashtag #Abbado è diventato subito uno degli argomenti più discussi della mattinata. Qualcuno scrive: «È un giorno triste per la Musica e per il mondo».
Tutti i requiem risuonano per lui, addio maestro! #Abbado
— Cosimo Laera (@CosimoLae) January 20, 2014
Kreative Größen sind so ‘zeitlos’ – da denkt man nie an Alter und Lebensende.. Claudio #abbado im Alter von 80 Jahren.. #RIP
— Lisa Steinmann (@lisasteinmann) January 20, 2014
A sad day for Music and the world. #abbado
— Marco Fatichenti (@MFatichenti) January 20, 2014
#Abbado è stato per decenni un dono apollineo. Lo sentiranno i figli dei vostri figli, e oltre ancora finché musica verrà amata, sempre.
— Oscar Giannino (@OGiannino) January 20, 2014
Senza #Abbado dobbiamo continuare a sperare che la musica seguiti ad essere parte fondamentale della nostra cultura. A chi il testimone?
— Mauro Casinghini (@MauroCasinghini) January 20, 2014
(Photocredit copertina: LaPresse)