Cognitive computing, la rivoluzione dell’informatica

L’ACCORDO TRA IBM-ENI – E questa rivoluzione coinvolge a suo modo anche l’Italia. Merito dell’accordo tra Eni e Ibm sullo sviluppo del cognitive computing e delle potenzialità di Watson, un sistema capace di competere con la mente umana per poter fornire risposte poste in un linguaggio naturale, con velocità, accuratezza e coerenza. Gianluigi Castelli, Chief information Officier di Eni, ha spiegato che è il cognitive computing la sfida del futuro, anche a causa della mole enorme di dati che vengono distribuiti ogni giorno sulla rete, pari a 2,5 miliardi di gigabyte. Per questo, secondo Castelli, la risposta adatta viene dal cognitive computing che ha mostrato già le sue potenzialità nell’ambito medico e pure nei giochi a premi.

(seriousgamesmarket.blogspot.com)
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LA COMPARSA IN JEOPARDY – Ed a questo punto torniamo ancora indietro nel tempo, per l’esattezza al 2011, quando il sistema Watson venne presentato al quiz televisivo «Jeopardy». Il sistema d’intelligenza artificiale ha partecipato a tre episodi del popolare gioco a quiz statunitense sconfiggendo gli esseri umani, tra cui i campioni dei campioni, Brad Rutter e Ken Jennings. Watson, equipaggiato con quattro terabytes di contenuti, non era connesso ad internet ma è riuscito ad elaborare le domande applicando regole inferenziali capaci di collocare le risposte in un corretto contesto. In sostanza, ha fatto tutto da solo. Tuttavia aveva dimostrato una certa debolezza nella gestione delle domande corte. Inoltre Watson è stato in grado di migliorare la percentuale di diagnosi di malati di cancro sconfiggendo il 25 per cento standard di casi di scorretta diagnosi di una malattia.

IDEALE NELLA DIAGNOSI DEI TUMORI – Anzi. Le sue capacità di diagnosi oncologica e la precisione delle valutazioni operate da Watson nell’ambito di un esperimento condotto al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, ha portato alcuni esponenti del congresso Usa a chiedere la sostituzione dei medici con computer equipaggiati con questa tecnologia, perché meno portati all’errore e meno costosi di un medico vero. Ma sopratutto, il computer era in grado di elaborare il quadro clinico di ogni paziente scovando sotto-tumori o dettagli che avrebbero richiesto al medico una specializzazione ulteriore. Potere dell’informatica, della capacità di calcolo e della possibilità di poter valutare con precisione le varie condizioni ed i diversi casi sottoposti, momento per momento. Con il risultato che il sistema di cognitive computing, oltre che nelle Pmi italiane, è stato accolto a braccia aperte da Nielsen, Royal Bank of Canada, la banca australiana ANZ e dall’italiana Eni.

(Lapresse)
(Lapresse)

UNO STRUMENTO IDEALE PER FARE IMPRESA – La società petrolifera ha creato un team di studio dedicato alle potenzialità di Watson, progetto nato nel 1997 non solo per migliorare la propria efficienza energetica all’interno del suo Green Data Center dove operano settemila server con una potenza di tre petaflops, ma anche per sperimentare la tecnologia al momento più innovativa nella speranza di poter riuscire grazie ai dati elaborati da Watson di poter moltiplicare gli investimenti in ambito energetico grazie all’aiuto dato dal programma che elabora per l’uomo in pochissimo tempo enormi quantità di dati scientifici, finanziari e di rischio, necessari per fare impresa. Del resto lo stesso Castelli, parlando del ruolo commerciale di questa scelta, ha specificato che  «il nostro scopo è sperimentare ambiti possibili di applicazione e poi vedremo quale può garantire ritorni elevati e quindi realizzare progetti».

TRA POCO SU SMARTPHONE E APP – Questo però non significa che il cognitive computing avrà applicazioni solo su larga scala ed a vantaggio di aziende multinazionali. No, tutt’altro. La prospettiva del mercato, che secondo Ibm potrebbe raggiungere quota 20 miliardi di dollari in tutto il mondo, di cui tre in Italia, potrebbe sbarcare su tablet e smartphone. A partire dal prossimo 31 marzo gli sviluppatori di tutto il mondo avranno la possibilità di proporre idee per le future app basate di Watson. I 25 progetti più interessanti diventeranno realtà. Ma bisogna saper aspettare, visto che il processo di selezione non sarà rapido. Ma certo sarebbe fantastico un giorno avere degli smartphone e dei tablet in grado di pensare come una persona. Toccherà agli sviluppatori immaginare una situazione adatta allo sviluppo delle nuove app ma certo potremmo assistere ad una rivoluzione.

Dr. Perceptron (Wikia Futurama)
Dr. Perceptron (Wikia Futurama)

IL FUTURO È TRA DI NOI – Al di là delle spiegazioni tecniche, appare quindi evidente che il futuro dell’informatica è rappresentato dal Cognitive Computing. Eni sfrutterà attraverso W@eni le potenzialità di Watson per elaborare i propri dati ed analizzare informazioni che potrebbero essere utili a nuovi investimenti nell’ambito dello sfruttamento degli idrocarburi. Seppur in campi diversi, è la stessa cosa fatta dalla banca australiana ANZ che con questo sistema potrà fornire risposte chiare ai clienti senza possibilità di errore. Possibilità che viene esclusa anche in campo medico, con diagnosi accurate ed approfondite generate da computer che elaboreranno quasi in tempo reale le informazioni ricevute sul singolo paziente. Chissà, magari il dottor Perceptron, responsabile del centro di salute mentale per robot in Futurama, è ancora lontano dall’arrivare, ma l’informatica del futuro sicuramente potrà contare sull’intelligenza delle macchine. E se magari potessimo dotare i robot della capacità linguistica e di pensiero, magari avremmo per davvero nel 3.000 un Bender che beve birra e passeggia per le strade di Nuova New York.

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