Colloquio di lavoro: tutto quello che dovete sapere per riuscire “fare colpo”
09/04/2015 di Redazione
Colloquio di lavoro:
come affrontarlo al meglio? Che siate giovani alle prime armi o professionisti con anni di esperienza che cercano una nuova avventura professionale, il primo impatto con i selezionatori di una nuova azienda è uno “scoglio” da superare senza farsi cogliere impreparati. Il colloquio di lavoro non è solo fatto di domande e di risposte, ma anche di tanti piccoli dettagli che raccontano qualcosa di voi e della vostra professionalità. Non ultimi, il vostro abbigliamento e, prima ancora, il curriculum che avete inviato all’azienda per la quale vorreste lavorare. Ma andiamo con ordine.
COLLOQUIO DI LAVORO: DOMANDE E RISPOSTE –
Inutile cercare su Internet le domande e risposte tipiche di un colloquio di lavoro e imparare a memoria la “lezioncina”: i responsabili delle risorse umane e i selezionatori del personale sanno fare bene il loro lavoro e voi non farete certo una buona impressione se vi metterete a ripetere “a pappagallo” frasi fatte lette altrove. Sembra banale ma, se è vero che in un colloquio di lavoro bisogna saper “vendere” se stessi e la propria professionalità, competenza ed esperienza, è altrettanto vero che non è il caso di “vendersi” per ciò che non si è. Quindi, prima del colloquio, cercate di organizzare i pensieri in modo coerente, in modo da non dover perdere troppo tempo a cercare le parole. Ma evitate anche di comportarvi come se foste a un’interrogazione.
COLLOQUIO DI LAVORO: DOMANDE TIPICHE –
Le domande di un colloquio di lavoro sono più o meno sempre le stesse, e vi vengono rivolte apposta per sondare la vostra personalità, il vostro percorso professionale e le vostre attitudini. E, sopratutto, se un lavoro ce l’avete già, perché volete cambiarlo. Qualche esempio? Eccolo:
- Come giudichi il tuo percorso professionale?
- Perché vuoi cambiare lavoro?
- Sei soddisfatto di quello che hai fatto finora?
- Cosa hai imparato nel tuo precedente lavoro?
- Come ti vedi da qui a dieci anni?
- Quali sono stati i tuoi maggiori successi professionali?
- Come ti trovi a lavorare/ccordinare un gruppo di persone?
- Cosa succede quando devi lavorare sotto pressione?
Dopo queste domande, il selezionatore potrebbe passare subito a domande più specifiche, che riguardano la posizione lavorativa alla quale vi state candidando. Tali domande sono fatte apposta per sondare la vostra conoscenza ed esperienza del settore dal quale provenite o di quello in cui vorreste entrare. In certi casi, queste domande potrebbero essere riservate per un secondo colloquio, ma non è escluso che potreste trovarvi fin da subito a dover rispondere a domande “tecniche” come elencare alcuni dei competitor dell’azienda presso la quale vi state candidando o descrivere alcune procedure “operative” tipiche di chi lavora in questo ambito. In questo caso, potrebbe essere utile “studiare” l’azienda: se, ad esempio, siete stati chiamati per un colloquio in un’agenzia pubblicitaria, guardate attentamente la lista dei clienti e, possibilmente, recuperate qualche campagna realizzata da quell’agenzia, in modo da poterle citare durante il vostro discorso, dimostrando così che “sapete” di cosa state parlando e che siete decisi a far parte di quel gruppo di lavoro.
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COLLOQUIO DI LAVORO: COME RISPONDERE –
Come già detto in precedenza, a meno che non si tratti di domande “tecniche”, non esiste un modo giusto o sbagliato per rispondere. Certo, dire che volete cambiare lavoro perché dove lavorate adesso non andate d’accordo con il capo, o perché odiate quello che fate non è quel che si dice un buon biglietto da visita: quando fate un colloquio di lavoro è perché siete interessati a quella posizione aperta e non perché state cercando un’alternativa qualsiasi a quello che fate adesso. Discorso diverso se un lavoro non ce l’avete: in questo caso vi verranno rivolte delle domande sul perché il vostro contratto non è stato rinnovato o sulle cause della vostra attuale disoccupazione. Rispondete onestamente e senza mai perdere la calma: sopratutto evitate di far affiorare rancore e sarcasmo: il “clima” che deve caratterizzare il vostro colloquio deve essere sempre assolutamente positivo.
COLLOQUIO DI LAVORO: LA DOMANDA SUI DIFETTI –
«Descriviti con tre pregi e tre difetti»: si tratta di una domanda piuttosto frequente in certi colloqui di lavoro e particolarmente temuta da chi si trova a rispondere: se trovare la risposta per i “pregi” può essere relativamente facile, spesso essere “costretti” a dire qualcosa di negativo sul proprio conto può essere imbarazzante al punto da bloccare il candidato. Rispondere qualcosa tipo: «Non ho difetti» è assolutamente sconsigliato, in quanto suona molto presuntuoso. Fingersi troppo modesti è altrettanto rischioso: potreste apparire come persone insicure o con troppa poca fiducia in sé stessi. Da evitare anche il “giochino” del riproporre come difetto uno dei pregi elencati un attimo prima: «Pregio: sono preciso» e poi, subito dopo: «Difetto: sono troppo preciso». L’impressione che si dà al reclutatore non è troppo diversa da quella di «non avere difetti». Come rispondere allora? Si tratta di una domanda indubbiamente scomoda e spesso lo scopo di questa domanda è proprio vedere come gestite la risposta. Una “tattica” potrebbe essere quella di parlare di un vostro difetto, ma aggiungendo anche che state lavorando per smussare questo aspetto della vostra personalità e che avete già fatto progressi. Ad esempio: «A volte mi capita di fissarmi su dei dettagli poco rilevanti al fine dell’obiettivo e di perdere di vista il quadro generale. Ma ci sto lavorando, e ho imparato ha stabilire le priorità, sopratutto quando il tempo stringe».
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COLLOQUIO DI LAVORO: «PARLAMI DI TE” –
Ecco un altro momento scomodo e particolarmente temuto: quando il reclutatore vi chiede di parlare a “ruota libera” di voi stessi. Come rispondere? Parlare solo del vostro lavoro o raccontare dei vostri hobby? Il consiglio è quello di evitare di partire in quarta raccontando la storia della vostra vita, ma di concentrarvi sulla vostra formazione, sulle vostre esperienze professionali e sui successi che avete conquistato. Siate concisi e diretti e, sopratutto, evitare di mentire raccontando cose che non fanno parte della vostra esperienza o di dilungarvi nei dettagli della vostra passione per la pesca. Avete al massimo un paio di minuti di tempo per dare un’impressione positiva alla persona che vi sta davanti: sfruttateli bene.
COLLOQUIO DI LAVORO IN INGLESE –
Il fatto di dover sostenere un colloquio di lavoro una lingua diversa dalla propria aggiunge un elemento di ulteriore ansia: le domande che vi verranno rivolte e i temi che verranno toccati dal selezionatore non sono troppo diverse da quelle “tipiche” del colloquio italiano: vi verrà chiesto di parlare della vostra formazione, del perché vorreste andare a lavorare in quell’azienda e, se la situazione lo richiede, se siete disponibili a trasferirvi. Cercate di organizzarvi un discorso semplice e chiaro, evitando di andare a infilarvi in frasi e costruzioni sintattiche difficili da gestire, e che potrebbero farvi perdere il filo del discorso. Da evitare anche le “risposte imparate a memoria”: cosa succederebbe se il reclutatore dovesse interrompervi per chiedere di approfondire un passaggio o porvi una domanda in modo leggermente diverso da quello che pensavate?
COLLOQUIO DI LAVORO: COME VESTIRSI –
Quando ci si presenta a un colloquio di lavoro, abbigliamento, trucco e accessori hanno un ruolo importantissimo perché raccontano molto di voi e della vostra personalità: il vostro look dovrebbe essere quanto più simile possibile al vostro modo di vestirvi quotidianamente in quell’ambiente di lavoro. Se nell’azienda alla quale vi state presentando vige un “dress code“, non c’è neanche bisogno di dire che è necessario seguirlo alla lettera. In caso contrario, scegliete un abbigliamento sobrio ma non anonimo: bandito il trucco pesante, le acconciature bizzarre e i gioielli troppo appariscenti. Sì ai dettagli, invece, che possono raccontare qualcosa di voi: una collana particolare, una spilla. Attenzione alla borsa: è una delle prime cose su sui si sofferma l’occhio del reclutatore, ma se è troppo grande o troppo griffata, potreste dare l’idea di voler spostare l’attenzione da voi al vostro aspetto fisico e a ciò che possedete. Importantissime, specie per le donne, anche le scarpe: evitate i tacchi troppo alti – a maggior ragione se non riuscite a camminarci in modo dignitoso – ma sceglietele con cura per evitare di apparire “sciatte”.
COLLOQUIO DI LAVORO: IL CURRICULUM –
Prima ancora di arrivare al fatidico colloquio, comunque, dovete superare uno scoglio ancora più irto: quello di essere selezionati per un primo incontro. Tra voi e il lavoro dei vostri sogni c’è solo il vostro curriculum vitae: siete sicuri che sia veramente impeccabile, in grado di mettere in evidenza i vostri punti di forza e tutte le informazioni che interessano al selezionatore?
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(Photocredit copertina: Thinkstock)