Come cambia lo smaltimento dei rifiuti elettronici

IL REGISTRO NAZIONALE – In questo senso è quindi opportuno ricordare che il Decreto Legislativo 151/2005 prevede al fine di controllare la gestione dei RAEE di definire le quote di mercato in base alla quale vengono ripartiti gli oneri di sistema tra i produttori. Per questo esiste il «Registro nazionale dei soggetti tenuti al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE». Ciò significa che ogni attore coinvolto attivamente nella gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici dev’essere registrato e riconoscibile. Del resto, come detto in precedenza, gli scarti possono rappresentare una miniera. Ad esempio, se analizzassimo solo il materiale recuperato da Ecodom, potremmo accorgerci di quante risorse sono recuperabili grazie ad un comportamento responsabile.

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IL MATERIALE RECUPERATO – Nel 2013 sono state raccolte 43.723 tonnellate di ferro, equivalenti a circa sei Tour Eiffel. Grazie alle 1.684 tonnellate d’alluminio ricavate, invece, è possibile produrre 105 milioni di lattine da 33 cl. Le 1.974 tonnellate di rame invece possono trasformarsi in 2.820 chilometri di cavi da dieci millimetri di diametro, una distanza sufficiente per collegare Milano e Mosca. Infine, le 6.840 tonnellate di plastica recuperate equivalgono a quella necessaria per produrre 6 miliardi di mattoncini delle costruzioni giocattolo o 213 milioni di biro a sfera. Mentre per quanto riguarda il risparmio sulle emissioni di Co2, si può coprire l’inquinamento prodotto da 368.345 auto utilitarie che percorrono 15.000 km/anno, 720 voli andata/ritorno Milano-New York di un aereo con 250 persone a bordo, 6.540 voli andata/ritorno Milano-Roma di un aereo con 250 persone a bordo, 24.000 treni ad alta velocità andata/ritorno Milano–Napoli con 500 persone a bordo.

IL BREVETTO DI ENEA – Ecolight, come riporta Toptrade, consiglia a chi vuole sbarazzarsi di rifiuti elettronici o elettrici di rivolgersi alle isole ecologiche, al servizio di raccolta del consorzio, alla consegna nei centri specializzati e nel caso sia presente la sperimentazione, nelle località in cui è attivo il progetto Identis WEEE che consente la raccolta a domicilio di piccoli rifiuti. Nel rispetto di quella che è la normativa europea, che prevede l’eliminazione dei liquidi ed il recupero selettivo dei materiali, l’Enea ha predisposto un nuovo sistema che promette di recuperare i metalli preziosi dalle schede madri dei Pc e dagli strumenti elettronici in generale attraverso un processo idrometallurgico, segno della necessità di sperimentare e di proporre sistemi sempre nuovi per il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici.

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PER L’INDIPENDENZA DELL’ITALIA – Come riporta il Corriere delle Comunicazioni, per l’Enea grazie a questo sistema brevettato è possibile estrarre oro, argento, stagno, piombo ed altri materiali elettronici direttamente dalle schede dei computer. Nella nota diffusa dall’Enea per spiegare il sistema, la società ha riferito che l’obiettivo è quello di sfruttare « una grande quantità di rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti Raee, come computer dismessi, telefoni cellulari, batterie al litio, pannelli fotovoltaici e giochi elettronici. Dai Raee si possono ricavare risorse fondamentali per la produzione di apparecchiature elettroniche, la cui domanda è in continuo aumento. I Raee costituiscono quindi un’importante fonte di approvvigionamento di materiali, che sono in gran parte monopolio dei paesi produttori extraeuropei, soprattutto asiatici, e particolarmente necessari al nostro Paese, che non dispone di ingenti risorse minerarie».

UN AIUTO AL PAESE – Il che spiega in sostanza l’importanza del riciclo e del recupero dei rifiuti elettronici ed elettrici, definiti delle miniere urbane. Ed il sistema brevettato dall’Enea prevede l’uso di un processo quasi a temperatura ambiente che può essere eseguito in piccoli impianti con limitate emissioni nell’atmosfera. Il centro di Casaccia ospiterà un impianto sperimentale nel quale verranno condotte campagne dimostrative durante le quali potrà essere proposto quanto previsto dal progetto diffuso dalla stessa Enea in un comunicato che conferma la possibilità di riuscire a recuperare, in base al diagramma qui riproposto

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qualcosa come 260 chili di rame per tonnellata di schede elettroniche per un valore potenziale di 1380 euro. Per quanto riguarda l’Oro è poi possibile recuperare 140 grammi, valore che sale a 280 in caso di presenza di schede madri con processori, per un valore commerciale di 8.800 euro. Sempre in una tonnellata di schede è possibile recuperare 660 grammi d’argento, 33 chili di stagno e 40 chili di solfato di piombo. Appare quindi evidente la necessità per gli attori in causa di regolamentare la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici e di aumentare le possibilità per i privati di restituire ciò che non serve più. Se vogliamo, la cosa ha un che di autarchico. Con un piccolo gesto è possibile aiutare l’Italia, paese privo di materie prime, a non essere dipendente dal resto del mondo. E se per tonnellata è possibile raccogliere questi materiali, immaginate cosa potrebbe accadere se superassimo le 70.000 tonnellate annuali di materiali riciclati. (Photocredit Enea / Lapresse / Facebook La gestione energetica, il recupero dell’oro dai rifiuti elettronici RAEE)

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