Come cambia la scuola di Renzi
23/02/2015 di Redazione
Sarà il Consiglio dei ministri di venerdì a chiarire le linee del governo sulla riforma dell’istruzione, la «Buona scuola». Come spiega il Corriere della Sera, due sono i provvedimenti attesi: un decreto legge d’urgenza, un disegno di legge delega per definire altri aspetti. I principali punti sono però noti: si partirà da un investimento di tre miliardi di euro per le assunzioni dei 148 mila precari. La loro “stabilizzazione” resta il punto cruciale della riforma.
RIFORMA SCUOLA, 70 MILA DOCENTI PER LE MATERIE IN PIÙ
Come sottolinea il quotidiano “La Repubblica“, Renzi ha chiarito che le assunzioni permetteranno anche agli studenti di beneficiare di standard qualitativi migliori, perché «far vivere gli insegnanti con l’incubo di spezzoni, chiamate ad agosto, rinunce concordate» danneggia sia i docenti che gli studenti stessi. Il nodo per l’esecutivo sono le possibile serie di ricorsi in arrivo, dopo anni di graduatorie e confusione. I precari stabilizzati saranno presi da tutte e tre le graduatorie esistenti: Gae provinciali ad esaurimento (circa 120mila professori), seconda e terza fascia d’istituto. Entreranno anche i 1793 che hanno concluso i 36 mesi di supplenza annuale su un posto vacante (come spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro, sono però decine di migliaia in generale, secondo le stime dei sindacati). Altri diecimila arriveranno dalle graduatorie di merito, ovvero quelli che hanno vinto il concorso 2012. Ci sono poi 19mila posti di matematica e fisica per scuole medie e superiori da coprire, ma il metodo verrà scelto in questi ultimi cinque giorni. Probabile che si decida di scegliere un criterio d’anzianità di servizio, un anno ponte da convertire in assunzione a tempo indeterminato, un concorso ad hoc. Dal 2016, poi, la promessa del governo è che si entrerà soltanto per concorso pubblico.
LE NUOVE REGOLE DELLA RIFORMA DELLA SCUOLA
Dei 148mila precari da stabilizzare, 88mila saranno ex supplenti che andranno a coprire i posti oggi vuoti. Gli altri 60mila permetteranno di coprire le nuove materia aggiuntive, permettendo di ampliare il tempo pieno. Si avvierà poi la “flessibilità del curriculum“, permettendo agli studenti delle superiori di crearsi un piano di studi scegliendo tra una serie di discipline.
Per quanto riguarda i programmi sarà reintrodotta un’ora di Economia e Diritto in terza e quarta superiore, nei licei e negli istituti tecnici. La materia, una versione rinnovata di educazione civica, prenderà il nome di “Competenze di cittadinanza”. Potrebbero anche essere introdotte due ore settimanali di educazione alla musica nella scuola primaria. E un’ora di educazione fisica dalla seconda alla quinta elementare. Sulle lingue straniere verrà applicato il metodo Clil: si parlerà in lingua per tutta la lezione. Previsti anche corsi d’italiano per favorire l’integrazione dei figli degli immigrati. Negli istituti tecnici e professionali, invece, saranno previste 200 ore di praticantato in un’azienda. Maggiori competenze, anche mediche, saranno poi richieste ai docenti che si occuperanno degli alunni disabili.
Scomparirà la distinzione tra asilo e nido: da 0 a 6 anni sarà previsto un unico percorso educativo.
L’esecutivo punta inoltre ad applicare in modo effettivo l’autonomia scolastica. Sugli scatti sopravviveranno quelli di anzianità, seppur ridimensionati, mentre compariranno quelli di merito: 60 euro ogni tre anni in base alle prime ipotesi di simulazione. Spazio anche alle valutazioni annuali dei docenti: al giudizio parteciperanno anche gli studenti.
Durante il lancio del premio d’istruzione non sono mancate alcune contestazioni, con la richieste di un gruppo d’insegnanti di porre fine ai tagli che hanno portato a classi con numeri troppo elevati di studenti.