Come è finita la pazza storia della Seat Ibiza dalla Francia
17/11/2015 di Redazione
Ieri era circolato per parecchio tempo il rumor che dalla Francia avessero allarmato la frontiera di Ventimiglia: una Seat Ibizia nera con una certa targa era ricercata in tutta Europa, addirittura poteva essere già passata al confine con l’Italia, trovandosi nel torinese. A bordo, manco a dirlo, un pericoloso terrorista accusato della strage di Parigi.
LA SEAT NERA CHE NON E’ MAI ARRIVATA IN ITALIA
Peccato che, come vi spiegavamo ieri
La Seat segnalata a tutte le questure italiane, e che ha scatenato il panico per una intera giornata, è quella trovata ieri (domenica NdR) a Montreuil, nei dintorni di Parigi. Ieri sera. Dentro la vettura sono stati trovati tre fucili AK 47, un sacco nero con 14 caricatori, un navigatore gps, 3 coltelli da macellaio e un pezzo di cintura esplosiva. La targa? Finalmente è completa: 1GUT180.
Ma questo non ha impedito alla macchina della sicurezza di muoversi, come racconta il Corriere della Sera
Una prima macchina, una Golf, con a bordo il maggior ricercato che l’Europa ricordi. Una seconda vettura, una Seat Ibiza, trovata a Montreuil, centomila abitanti nelle immediate vicinanze di Parigi, che per metà giornata ha alimentato un’altra frenetica caccia all’uomo. Improvvisi e massicci (per numero e armamento) spostamenti di forze della polizia al confine. Sospetti del passaggio di terroristi in zone, il Torinese in particolare, già in tensione per i tre concerti a partire da venerdì di Madonna, che per maggior sicurezza tra uno spettacolo e l’altro starà altrove, forse a Milano.
Un balletto di forze dell’ordine a inseguire una macchina inesistente, insomma
Chiaro il «giallo» della Seat Ibiza. In una prima fase, per «errori» nella lettura dei testimoni, le forze dell’ordine francesi avevano «composto» e associato a una macchina degli attentatori, la Seat Ibiza per l’appunto, un numero di targa incompleto oppure non veritiero. Quando la targa era stata composta esattamente, dalla Francia non avevano aggiornato le note di ricerca cosicché anche in Italia s’era continuato a «inseguire» un’altra vettura. Una macchina con caratteristiche simili era stata avvistata in transito da Ventimiglia; dalla Liguria era entrata in Piemonte; e infine dal Piemonte, viaggiando sull’autostrada per Milano, aveva attraversato la Lombardia, magari destinata al Nord-Est e ai Balcani. Falso, tutto falso come ribadito dai vertici della Questura di Torin