Come funzionano le truffe succhia-soldi sui telefonini intelligenti
22/05/2014 di Redazione
Basta un polpastrello che finisce sulla parte sbagliata del display del nostro smartphone e, come per magia, ci si ritrova ad aver sottoscritto un servizio in abbonamento che non solo non ci interessa, ma che nemmeno conosciamo. Nella puntata de Le Iene andata in onda ieri sera, Mauro Casciari si è occupato del tema degli abbonamenti telefonici indesiderati, oggetto di numerose segnalazioni da parte del pubblico, che si sono ritrovati abbonati a costosi servizi – spesso anche dal contenuto erotico – che letteralmente «succhiano» soldi dal credito della nostra sim card o dalla bolletta telefonica. (Sul sito di Mediaset il servizio completo)
ABBONATI A LORO INSAPUTA – Le segnalazioni raccolte da Casciari sono molto simili tra loro: gli utenti riferiscono che, mentre navigavano sul web con il loro smartphone, si sono ritrovati per caso su una pagina che offriva servizi in abbonamento. Pur guardandosi bene dal cliccare nuovamente, in capo a un secondo hanno ricevuto un messaggio che annunciava loro di aver attivato un abbonamento a 5 euro alla settimana per ricevere contenuti di varia natura sul proprio telefono.
BASTA SFIORARE UNA PUBBLICITÀ – Non ci vuole molto per rendesi conto che l’abbonamento viene attivato senza che l’utente dia il suo consenso: come spiega Casciari è sufficiente anche solo «sfiorare» inintenzionalmente un banner pubblicitario per ritrovarsi abbonati, senza aver inserito nessun tipo di dato o aver sottoscritto un contratto.
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E INTANTO IL CREDITO SCENDE… – Un meccanismo il cui funzionamento viene confermato anche dagli operatori delle stesse compagne telefoniche e che, stando alle testimonianze degli utenti, può arrivare a «succhiare» anche centinaia di euro: tutto dipende da quanto tempo passa prima che il proprietario del telefono cominci a rendersi conto di quello che sta succedendo: il servizio addebita automaticamente cinque euro alla settimana e se gli abbonamenti attivati sono più di uno è facile rendersi conto di come le cifre possano salire vertiginosamente anche nell’arco di poche settimane.
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COME TUTELARSI? – E l’utente come può tutelarsi? Casciari ha intervistato Pietro Giordano, presidente dell’Adiconsum, il quale ha spiegato che le compagnie telefoniche dovrebbero sì controllare e far chiudere questo genere di servizi che «sono al limite della legalità», ma che difficilmente lo faranno perché i gestori hanno «una percentuale di ritorno» su questo tipo di abbonamenti. Tuttavia, ogni compagnia telefonica è obbligata a disattivare tutti i servizi non richiesti su segnalazione dell’utente: quindi, in questi casi, è necessario chiamare il numero di assistenza fornito dal proprio gestore e controllare se sia stato attivato uno di questi abbonamenti.
ABBONAMENTI TRUFFALDINI – Davanti al caso di una ragazza che si è ritrovata abbonata a un servizio a notte fonda, mentre lei ancora dormiva, Casciari ha deciso di approfondire e di recarsi nella sede della società che fornisce alcuni di questi servizi in abbonamento. Ma né uno dei soci interpellati, né il responsabile dell’area tech e nemmeno l’amministratore, sono stati disposti a fornire informazioni precise o spiegare il vero meccanismo che porta alla sottoscrizione di un loro abbonamento. L’obiezione che Casciari muove all’amministratore della società interpellata è chiara: perché una persona che, ad esempio, è alla ricerca di contenuti erotici dovrebbe volontariamente sottoscrivere un abbonamento a cinque euro alla settimana per tre foto quando sul web può trovare una quantità sterminata di contenuti completamente gratuiti?
(Photocredit: Le Iene/Mediaset)