Come Luigi Gubitosi vorrebbe cambiare l’informazione Rai
11/07/2014 di Maghdi Abo Abia
Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, sembra deciso a riformare l’informazione della tv di stato con un obiettivo, arrivare ad una direzione centralizzata delle notizie, come accade con la spagnola Tve, la tedesca Ard-Zdf o l’inglese Bbc. Per questo motivo chiede un consiglio d’amministrazione straordinario, da tenersi il prossimo 23 luglio, nel corso del quale esporrà la sua riforma.
LA DIFFICOLTÀ LOGISTICA – Secondo quanto riportato da Aldo Fontanarosa su Repubblica, e ripreso da Dagospia, il direttore generale della tv di stato, insieme allo staff di tre collaboratori che lavora con lui alla questione, ha preso atto degli ostacoli, anche logistici, all’accorpamento dell’informazione Rai, ostacoli ritenuti al momento invalicabili. Le forze giornalistiche Rai al momento si trovano in sette palazzine diverse della sede di Saxa Rubra. Visti gli spazi, per la Rai appare difficile sognare o immaginare redazioni unitarie.
LEGGI ANCHE: L’Usigrai si tira indietro. Lo sciopero Rai è un flop dal quale scappano tutti
LA RIDUZIONE NELLE EDIZIONI DI TG1, TG2 E TG3 – Tuttavia Gubitosi vorrebbe cambiare a partire dalle edizioni dei telegiornali. Ad oggi, Tg1, Tg2 e Tg3 producono 21 edizioni quotidiane, ritenute troppe anche alla luce delle medie europee. Queste saranno ridotte fino al 30 per cento, anche se sulle dimensioni dell’intervento servirà il via libera dei consiglieri. Peraltro il numero di edizioni quotidiane ha affossato il canale «All news» Rai News 24, forte di uno share medio secondo Barometro dello 0,57 per cento nei primi sei mesi del 2014.
IL PROBLEMA RAINEWS 24 – Gubitosi punta a portare il canale al livello di gradimento di Bbc World, ritenuto il modello, puntando anche ad una ricollocazione sul telecomando, visto che il canale 48 viene ritenuto un ulteriore handicap. In prospettiva, se i soldi in cassa lo permetteranno, Rai News 24 verrà sdoppiato, con una redazione irradiata solo all’estero e in inglese. Infondata la voce che vorrebbe il Tg2 fuso con Rainews 24. Gubitosi punta anche a ridurre le testate giornalistiche, oggi otto, allo scopo di farle arrivare a quattro, massimo cinque. Anche le relative redazioni saranno accorpate. Ma nessuno dei marchi storici sparirà.
LA SPECIALIZZAZIONE DELLE TESTATE – Cambierà, nelle intenzioni di Gubitosi, anche la filosofia editoriale dei telegiornali. Il Tg1 darà notizie ad ampio raggio, il Tg2 accentuerà la sua vocazione per il costume e le tendenze sociali mentre il Tg3 andrà verso il sociale e gli esteri. Gubitosi chiederà ai cronisti, inoltre, di mettersi alle spalle le vecchie anime politiche mentre l’azienda tratterà con i sindacati su multimedialità e flessibilità. Ogni giornalista, se necessario, dovrà lavorare per qualsiasi testata dell’azienda e userà la telecamera o lo smartphone per filmare mentre la funzione di ripresa oggi è riservata all’operatore.
CHI LAVORA ALLA RIFORMA – A lavorare alla riforma sono in quattro. Oltre a Gubitosi è impegnato il l direttore delle Risorse Umane Fiorespino, il direttore dello Sviluppo Strategico Nardello ed il presidente del Centro per la Formazione in giornalismo radiotelevisivo, la scuola di Perugia, Nino Rizzo Nervo. Quest’ultimo nel 1999 fu promotore della unificazione tra il Tg3 e la Tgr. Mentre Livio Zanetti promosse la fusione dei tre radiogiornali nell’ormai lontano 1993. Ora tocca a Gubitosi. (Photocredit copertina Gian Mattia D’Alberto / lapresse)