Come portare i soldi all’estero e vivere felici

POSTE SVIZZERE – Ma la grande novità è il ruolo delle Poste Svizzere che accettano depositi di quantità relativamente irrisoria: il grande ostacolo, infatti, è che per giovarsi appieno dei regimi favorevoli dei proverbiali paradisi fiscali è necessario portare all’estero molto, molto denaro: almeno 500mila euro per la gestione da professionisti tutto compreso. Non così alle Poste.

A parte il consueto circuito bancario, dove ovviamente non mancano le controllate svizzere dei principali istituti italiani, chi negli ultimi tempi ha raccolto euroapalate è laPosta. Postfinance è ormai arrivata a gestire 80 miliardi di euro con i suoi conti correnti semplici e a basso costo. Alle Poste di Ginevra, Lugano e di Chiasso sivedono le stesse scene. Italiani che entrano, prendo no i pieghevoli dei conti (con 25 mila euro di deposito fai tutto, escluso il trading online) e studiano. Altri, come «Marco e basta»,sono venuti a mettere sul conto altri 8 mila euro, duemila in meno del massimo che puoi portare con te alla frontiera. «L’anno prossimo li metto sulla dichiarazione dei redditi, sono giusto i soldi con i quali far studiare all’estero i miei figli», racconta dopo un breve scambio sul «rischio di un prelievo forzoso sui conti correnti, giù in Italia». Il conto alla Postfinance lo si può aprire anche per posta, naturalmente: basta riempire i moduli, fare un bonifico e mandare la fotocopia di un documento. E se i soldi servissero per una spesa imprevista?«Fatti la carta di credito e prelevi quando e dove vuoi», ci dice un altro signore italiano.

La carta di credito la fai alla Coop (la Supercard), o negli altri punti vendita della grande distribuzione organizzata svizzera: per avere una carta è necessario indicare un conto d’appoggio, e quello delle poste svizzere va più che bene. Problema risolto e contanti disponibili in tutto il mondo.

UNA BELLA GITA – Secondo il Giornale dai paesi più deboli della zona euro, i proverbiali Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda, i Piigs, dati di febbraio anno su anno, nel 2012 i trasferimenti verso i paesi forti dell’Unione Europea – Germania, Lussemburgo, Olanda sono aumentati esponenzialmente.

La beffa è doppia, nel senso che la Svizzera d’estate offre, turisticamente, una serie accattivante di attrazioni: e così, con la scusa di una visita a Ginevra, o alle mostra d’arte di Martigny (16 banche per 15mila abitanti) si devia verso uno sportello bancario. E si mette in sicurezza il capitale.

OFFSHORE – Tutto legale, se fatto con le dovute attenzione e regole. Su internet si trova facilmente lo studio legale di Giovanni Caporaso Gottlieb, principe di West Antarctic (scissione dello stato non riconosciuto di Antarcticland, stato non riconosciuto di cui Caporaso era addirittura Principe Reggente) –  e “guru italiano delle società offshore”, grazie al suo studio con base a Panama, paradiso fiscale fra i più apprezzati. Lo stato del Canale, appunto, ma anche le Seychelles, in generale i Caraibi, Nevis, Antigua – dove si era rifugiato il famigerato Valter Lavitola e dove banca Arner aveva finanziato la casa di Silvio Berlusconi – addirittura partecipazione o creazione di banche offshore. Lo studio Caporaso fornisce ogni sorta di servizio per l’apertura e la gestione di conti e attività oltrefrontiera, anche perché molto spesso le istituzioni finanziarie dei paesi destinazione richiedono spesso la presentazione di una persona di fiducia. Attraverso gli studi di consulenza si può avere un pacchetto offshore completo: ci sono addirittura società pronte per essere messe in campo, come cestini da pranzo già preparati e pronti all’uso. “É legale possedere una società offshore?”, ci si chiede sul website di Caporaso.

MENO TASSE – “Cento per cento  legale. Quasi il 50% (112 su 250) delle società quotate in borsa ed il 25% (22 su 88) dei gruppi bancari hanno partecipazioni, quasi sempre di controllo, in società residenti nei paradisi fiscali. Perché?  La risposta é semplice: per pagare meno tasse!”. Una volta aperta un’offshore sarà possibile aprire un ufficio di rappresentanza in Italia per operare in maniera praticamente libera del nostro paese. L’attività deve apparire interamente esplicata all’estero, così bisogna fatturare esclusivamente oltre confine: “Dal conto offshore potete ritirare i soldi come volete ma non debbono mai essere inviati sul vostro conto. Potete usare il bancomat o triangolazioni su altri conti”. Le azioni della società? Al portatore, per il completo anonimato, più una procura generale per gli affari. La libertà d’azione e le agevolazioni fiscali variano da paradiso fiscale a paradiso fiscale: in generale la meta prediletta per chi vuole scampare alla crisi dei paesi industrializzati rimane Panama, con la sua totale assenza di tassazione sulle persone giuridiche: “L’unico adempimento é il pagamento di una Tassa Annuale (Tasa Unica) e dell’Agente Residente (noi) per un totale di 550 euro annui, a partire dal secondo anno. Non ci sono altre tasse, adempimenti, obblighi, doveri”: davvero un ricco bottino. Ma il confine fra legalità e illegalità è davvero labile.

 

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