Come si prepara il caffè nello spazio? Ci pensa (ovviamente) Samantha Cristofaretti
05/05/2015 di Redazione
Samantha Cristoforetti ha preparato il primo caffè “spaziale” della storia. La tradizione italiana è stata onorata grazie ad una macchina a capsule in grado di funzionare nello spazio, dove i principi che regolano la fluidodinamica dei liquidi e delle miscele sono molto diversi da quelli tipici terrestri.
ISSPRESSO – Il progetto ISSpresso (che prende il nome dalla Stazione Spaziale Internazionale) è stato realizzato da Argotec e Lavazza in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e rappresenta un piccolo capolavoro tecnologico e ingegneristico in grado di preparare un espresso anche a gravità zero. Rappresenta uno dei nove esperimenti scelti dall’ASI er la missione Futura di Samantha Cristoforetti. «Al termine dell’erogazione – spiegano gli sviluppatori – un nuovo sistema brevettato ha garantito la pulizia della parte finale del circuito idraulico, generando allo stesso tempo all’interno del “pouch” – la “tazzina” spaziale – una piccola differenza di pressione studiata appositamente per sprigionare tutto l’aroma del caffè espresso nel momento in cui viene inserita la cannuccia nel “pouch” stesso. Quest’ultimo, realizzato con un materiale trasparente, ha permesso l’osservazione diretta della crema, consentendo così di effettuare l’esperimento di fluidodinamica e di studiare il comportamento dei liquidi ad alta pressione e alta temperatura in un ambiente spaziale».
SOLO UN CAFFÈ? – Quello bevuto dall’astronauta italiana non è un semplice caffè, o almeno, non solo. Racchiuso in una tazzina c’è un traguardo scientifico volto a migliorare la conoscenza dei principi di fluidodinamica e di microgravità, oltre al miglioramento della qualità della vita nello spazio. Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston ha spiegato che «L’esperimento è un’opera di elevata ingegneria, frutto di una collaborazione tra pubblico e privato che ha prodotto soluzioni innovative: porteranno non solo benefici psicologici immediati per gli astronauti, ma importanti ritorni positivi sulla Terra e vantaggi tecnologici per le future missioni spaziali».
COME? – «Si berrà con una cannuccia. Si preparerà introducendo la capsula con il caffè dentro la macchina ISSpresso, che è bianca, pesa 20 Kg ed è stata prodotta da Lavazza e dall’azienda ingegneristica aerospaziale torinese Argotec. L’acqua verrà aspirata e portata in pressione da un sistema elettrico “non convenzionale”, attraverserà un tubo di acciaio speciale capace di resistere alla pressione nello spazio: sulla terra è sufficiente un normale tubicino di plastica».