Compravendita senatori, ecco cosa ne pensa Romano Prodi
09/07/2015 di Redazione
«Se l’avessi saputo, forse sarei ancora premier». Intervistato dal quotidiano “La Repubblica“, Romano Prodi reagisce con sarcasmo alla notizia della condanna in primo grado di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola a tre anni nel processo sulla compravendita dei senatori. Sul Cav pesa l’accusa di corruzione, per aver pagato un senatore (De Gregorio, ndr) nella cosiddetta “Operazione libertà” organizzata contro il governo del Professore. Eppure si tratta di un processo nato già “morto”. Il motivo? Il 6 novembre prossimo scatterà la prescrizione e difficilmente arriverà mai in Cassazione, al di là delle dichiarazioni dei legali del Cav sull’ipotesi di una rinuncia (“Valuteremo dopo la lettura delle motivazioni“) che sembra improbabile, senza precedenti.
PROCESSO COMPRAVENDITA SENATORI, PRODI: “ALLORA SI SENTIVANO SOLO GRAN VOCI…, COME FAI A DIFENDERTI?” –
Ritornando con la mente a quei giorni in cui iniziò il tramonto dell’Ulivo, Romano Prodi ha spiegato come fosse (di fatto) impossibile potersi difendere:
«Si sentivano solo delle gran voci. Come fai a reagire? Sì, si dicevano cose, ma le ripeto quanto detto ai magistrati: quando uno non sa nulla di concreto, si può agire in qualche modo? Non si può»
Il Professore ha spiegato di non essersi costituito parte lesa in quanto a essere danneggiata, a suo dire, è stata la “democrazia”, non lui stesso. Di fronte allo scenario che porta al termine del processo per corruzione, Prodi ha invece replicato:
«Non so se è così, non sono un magistrato. Ho sentito che c’è il rischio della prescrizione. Se devo dirle la verità, non ho capito perché. E comunque…». Dica. (Ride di gusto, azzarda un accento campano) «E comunque non è il mio mestiere, dottò…».
Presidente, c’è anche da dire che alla fine quel suo governo cadde – era l’inizio del 2008 – a causa della scelta dell’Udeur di Clemente Mastella.
«Non commento questa cosa. Basta quello che ho già detto. E poi è roba passata…, si legge sul quotidiano diretto da Ezio Mauro.