Congo, il giallo dei 22 bambini “rapiti” dall’orfanotrofio per adozioni in Italia
20/01/2015 di Redazione
L’ immagine di Maria Elena Boschi che sbarca a Ciampino con 31 bambini congolesi avrebbe dovuto rappresentare il capitolo conclusivo degli intoppi e delle lungaggini burocratiche per le adozioni internazionali. Ma quel 29 dicembre del 2013 potrebbe nascondere dei retroscena ancora poco chiari. Secondo quanto riportato oggi dal “Fatto Quotidiano”, che riprende il giornale congolese “Le Potentiel” , 22 bambini «sono stati caricati in fretta e furia di notte, in pigiama, su un furgone bianco, molti di loro impauriti e in lacrime, trascinati perché non volevano camminare e, da quella sera – scrive Giuseppe Lo Bianco si sono perse le loro tracce».
Nessuno saprebbe che fine abbiano fatto i ventidue bambini dell’orfanotrofio di Kinshasa Maison Familiare Ange Gabrielle e, stando al giornale locale, tre uomini con accento francese che si sono qualificati come collaboratori di una fondazione italiana, avrebbero prelevato di forza ventidue bimbi, per trasferirli in un’altra struttura. Secondo quanto riportato dal quotidiano congolese, si tratterebbe di collaboratori della fondazione italiana Raphael, che avrebbero agito violando la procedura standard per l’affidamento dei bambini. In realtà, spiega “Le Potentiel” , di questi bambini si sarebbero da allora perse le tracce.
Un episodio che rischia di incrinare ulteriormente i rapporti diplomatici già tesi tra il nostro paese ed il Congo, che sulla vicenda ha fatto sapere di aver aperto un’indagine. Altrettante verifiche sono in corso da parte della Farnesina e dalla commissione delle adozioni internazionali.