Consulta, eletti Barbera-Modugno-Prosperetti. Tiene l’asse Pd-M5S senza FI
16/12/2015 di Alberto Sofia
Aggiornamento ore 22.52 – Serviva un cambio di schema. Oltre un anno dopo l’asse Pd-M5S per l’elezione di Silvana Sciarra, l’accordo bis per la Consulta tra democratici e pentastellati permette di sbloccare uno stallo durato oltre trenta votazioni, nonostante gli appelli di Mattarella e dei presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso. Nonostante le polemiche sul “caso Banche” e la mozione di sfiducia del M5S contro la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, regge così l’accordo, al quale ha partecipato anche la galassia centrista (compresi i verdiniani di Ala, transfughi di Fi).
CONSULTA, BARBERA E PROSPERETTI UNA DECINA DI VOTI SOPRA IL QUORUM
Alla fine il candidato Modugno, proposto dai parlamentari del M5S, è quello che ha ottenuto il numero più alto di preferenze, 609. Ma hanno superano l’asticella del quorum (571) – seppur solo per una decina di voti – anche Augusto Barbera (581), sul quale era caduto il veto dei grillini, e Giulio Prosperetti (585), nome avanzato da Scelta Civica e sul quale sono confluiti tutti i centristi. Superate quindi anche le ombre dei franchi tiratori e la paura per le assenze. Nel Pd hanno votato quasi tutti: «Solo due assenti», ha precisato il capogruppo Ettore Rosato a Giornalettismo. Certo, nel segreto dell’urna qualche voto è mancato. Tanto che c’è chi, come il fondatore di Possibile ed ex dem Giuseppe Civati, ha attaccato: «Senza i voti dei 21 verdiniani Barbera non ce l’avrebbe fatta».
CONSULTA, FLOP FORZA ITALIA. ANCORA MALUMORI CONTRO BRUNETTA
Al di là dei conti, l’asse ha però retto. E la grande esclusa è rimasta Forza Italia, tagliata fuori dall’accordo maggioranza-M5S, sul quale – rivendicano in casa dem da Montecitorio – ha influito anche «l’atteggiamento di Renato Brunetta». Proprio contro il capogruppo forzista restano pesanti malumori in casa azzurra: già poche settimane fa, l’ex ministro si era salvato dall’assalto dei frondisti di Vito, ma aveva perso potere (la gestione del Mattinale, visto dentro Fi come organo di propaganda brunettiana, era tornata nelle mani del Cav). Ora, spiegano fonti azzurre a Giornalettismo, c’è chi è pronto a contestare al capogruppo anche la gestione della partita della Consulta: «Non avevamo i voti per eleggere Sisto, a questo punto molti di noi erano pronti a votare Prosperetti….», hanno attaccato i malpancisti. Invece, il partito di Berlusconi è stato scaricato.
CONSULTA, M5S RIVENDICA: «ABBIAMO IMPOSTO IL NOSTRO METODO»
Dal centrodestra però hanno attaccato anche gli stessi pentastellati, accusati di aver partecipato a “giochi di palazzo“. Accuse respinte dai pentastellati. «Abbiamo imposto il proprio metodo», ha rivendicato Danilo Toninelli. «Due volte s’è ricorso al metodo 5 stelle e due volte si è raggiunto l’obiettivo», rilanciano. «Abbiamo impedito che alla Corte costituzionale fossero eletti nomi come Sisto, avvocato di Verdini. O Pitruzzella, collezionista di poltrone e anche indagato in corruzione in atti giudiziari», hanno continuato i pentastellati. Dal fronte dem, invece, viene esaltata l’elezione di tre nomi di “altro profilo”: «Sapranno svolgere con grande competenza e imparzialità il delicato lavoro cui sono stati chiamati», ha spiegato il capogruppo al Senato Luigi Zanda. Si chiude così una partita lunga oltre un anno, tra veti incrociati e dissidenti interni ai partiti.
Aggiornamento ore 22.41 – Questi sono i voti ottenuti dai tre giudici della Consulta: Modugno 609, Barbera 581, Prosperetti 585. Il quorum richiesto era di 571 voti. I votanti complessivi sono stati 725.
Aggiornamento ore 22.33 – Consulta: c’è la fumata bianca, eletti i tre giudici: Barbera, Modugno e Prosperetti ottengono il quorum. Tiene l’asse Pd-M5S senza Forza Italia
Aggiornamento ore 22.00 – Terminato il voto, inizia lo scrutinio. In casa dem sbandierano ottimismo: «Ce la faranno tutti e tre i candidati». E anche in casa 5 Stelle c’è fiducia. Hanno votato in 725, si spiega da Montecitorio
Aggiornamento ore 21.49 – Conclusa la prima chiama alla Camera. Si notano alcune assenze. Da ambienti centristi filtra però ottimismo: «C’è qualche timore, potrebbero non passare oggi. Tuttavia se non ci sono falle importanti, la terna viene comunque confermata»
Aggiornamento ore 16.40 – Critica anche Sinistra Italiana, che parla di “lottizzazione della Consulta” e attacca il M5S: «Rimango colpito dalla spregiudicatezza del Movimento Cinque Stelle che per settimane hanno considerato Barbera un candidato non votabile e oggi cambiano posizione senza nessuna spiegazione e si predispongono a condividere il più renziano dei candidati».
Aggiornamento ore 16.30 – La nuova terna composta da Franco Modugno, Augusto Barbera e Giulio Prosperetti che maggioranza e M5S dovrebbero votare – salvo rotture dell’ultimo minuto – dovrebbe contare su 649 voti. Almeno sulla carta. In pratica, con 78 voti in più rispetto al quorumo di 571 voti da superare (maggioranza dei due terzi). Certo, bisognerà fare i conti con i possibili franchi tiratori.
Aggiornamento, ore 16.17 – «Si ricorda ore 19 voto giudici Corte costituzionale. Annullare ogni impegno e missione per votazione decisiva», è l’sms inviato ai parlamentari del Pd, insieme alla convocazione dell’assemblea per le 18,30.
Aggiornamento, ore 16.12 –«Pd stringe l’accordo sui giudici della Consulta con il Movimento 5 stelle e non più con Forza Italia? Una bella ‘svoltona’. Io stasera voto, non c’è discussione», ha chiarito l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani a Corriere Tv.
CONSULTA, NUOVO ASSE PD-M5S, SENZA FORZA ITALIA
Scaricata Forza Italia. Per la Consulta da Matteo Renzi arriva il via libera al nuovo schema di accordo. Dentro il M5S, nonostante la mozione di sfiducia contro la ministra Boschi, fuori il partito del Cav. La nuova terna proposta dai dem ai pentastellati comprenderà oltre ad Augusto Barbera (il costituzionalista blindato dal Pd) e al candidato del Movimento 5 Stelle Franco Modugno, anche Giulio Prosperetti, docente di diritto della sicurezza sociale all’Università di Tor Vergata. Resta da attendere il via libera dei pentastellati, riuniti in assemblea: ma già i pontieri del M5S avevano confermato come fosse caduto il veto su Barbera. Tanto che la stessa presidente della Camera Laura Boldrini ha spiegato di essere “ottimista”.
CONSULTA, LA NUOVA TERNA: BARBERA-MODUGNO-PROSPERETTI
Già contattato da Giornalettismo il deputato del M5S Danilo Toninelli aveva precisato: «Sisto non lo votiamo. Poi si ragioni su una terna, ne discuteremo». E il nome di Prosperetti, proposto dai centristi e sostenuto da Area Popolare (Ncd con Udc), Scelta civica e Pi, non dovrebbe creare problemi. Anche arrivassero perplessità dal fronte pentastellato e ci fossero sorprese nel segreto dell’urna, dal Pd sono convinti che almeno il duo Barbera-Modugno possa riuscire a oltrepassare il quorum necessario di 571 voti. Certo, restano le insidie del voto segreto e dei possibili franchi tiratori. Così nella maggioranza c’era anche chi sperava di ottenere qualche voto dal partito di Berlusconi, nel segreto dell’urna. Una “stampella” dai frondisti che da tempo vogliono far saltare l’incarico di capogruppo di Brunetta, il cui atteggiamento e lo scontro con Renzi in Aula avrebbe contribuito alla rottura definitiva Pd-Fi sulla Consulta, sbandierano dal Pd. Per allontanare l’ombra di una “stampella” nel voto segreto, i vertici del partito del Cav hanno quindi deciso di non far partecipare i parlamentari azzurri al voto delle 19 per l’elezione dei tre giudici costituzionali mancanti. Tutto mentre dal centrodestra (e non solo) c’è chi attacca il Movimento 5 Stelle. «Non so come la prenderanno gli elettori dei ‘purissimi’ 5 stelle quando scopriranno che i loro cittadini eletti hanno preso il posto di Forza Italia nello scambio di voti in Parlamento. La loro presunta verginità ai giochini di palazzo è durata ben poco», ha provocato il leghista Centinaio.