Contratti per adesione, cambia tutto
24/09/2012 di Tommaso Caldarelli
C’era una volta il contratto. Due parti si accordavano per scambiare, accordandosi, beni e servizi. Il classico esempio è quello della vendita, della serrata contrattazione al ribasso e al rialzo da entrambe le parti, fino ad un punto di equilibrio finale, definitivo. Solo un altro dei migliaia di momenti che, raccolti insieme, vanno a disegnare l’incessante macchina della circolazione delle merci.
PASSATO E FUTURO – Solo che, da molto tempo, non è più così. E il governo di Mario Monti ha posto recentemente mano ad una disciplina che da tempo punta ad aiutare il cliente nella sua vita in un mercato squilibrato dalla parte delle aziende: quella dei contratti per adesione, o contratti di massa. Qualcosa con cui il consumatore medio si trova a fare i conti – e a lottare, meglio – ogni giorno, anche senza saperne nulla: come vedremo, però, la legge pone dei rilevanti rimedi a favore del cittadino, e il governo italiano li ha appena ulteriormente potenziati. Nella società di massa la contrattazione su un livello paritario fra venditore, fornitore di servizi o di merci, e compratore, cittadino, è praticamente scomparsa; relegata alla contrattazione per la frutta al mercato, per i parei comprati dagli ambulanti sulle spiagge, per comprare la consolle usata dall’amico o dall’amica. Nessuno si sogna di entrare da Media World, in una concessionaria di automobili, di chiamare la Telecom e contrattare il prezzo di un computer, di una Fiat Panda o di un abbonamento tutto compreso. Il prezzo è quello, prendere o lasciare. Le condizioni pure.
ADERISCO – Si chiamano “contratti per adesione” e consistono nello squilibrio fra le due parti. Una delle due è costretta, semplicemente, ad accettare le condizioni proposte dall’altra: secondo la normativa europea, che da 10 anni si occupa di queste figure economico-giuridiche, si tratta del rapporto che intercorre fra un “professionista” e un “consumatore”. Non più due “contraenti”, dunque, ma fin dall’inizio una situazione in cui le parti sono squilibrate a favore di chi può permettersi di non contrattare affatto, data la grandezza della sua organizzazione, la complessità dei meccanismi produttivi, la capillarità dei sistemi di distribuzione di merci e servizi. Si propone sul mercato e chiede “adesione”.
SOCIETA’ DI MASSA – Spesso attraverso i cosiddetti “moduli o formulari” predisposti: sono i cosiddetti “contratti conclusi per adesione alle condizioni generali di contratto” di cui parlano gli articoli 1341-1342 del codice civile: si tratta di due articoli distinti che finiscono per disciplinare, nella prassi quotidiana, qualcosa di assolutamente coincidente, i contratti a condizioni generali predisposti su moduli indefinitamente replicabili, ovvero i “contratti di massa”. Qualcosa che non è difficile incontrare nella nostra prassi quotidiana: tutte le automobili dello stesso tipo vendute allo stesso prezzo dalla stessa casa madre a un numero indefinito di clienti; lo stesso abbonamento venduto a un numero indefinito di utenti. Per i beni materiali, non stupisce che questo sistema vada a mancare nel mercato dell’usato: lì, la contrattazione avviene effettivamente fra pari.
RISCHI E DIFESE – Il rischio, individuato dalla normativa europea già anni fa e opportunamente recepito nella normativa italiana nel cosiddetto Codice di Consumo, è che il fornitore di beni o servizi abusi della sua posizione “prendere o lasciare” e inserisca nel contratto una serie di condizioni particolarmente sfavorevoli per il consumatore: le cosiddette “clausole vessatorie”. La normativa europea, recepita in quella italiana, disciplina in materia molto dura questo tipo di clausole: sono radicalmente nulle, dichiarate così d’ufficio da parte del giudice anche in sede di prima cognizione – impianto confermato da una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea – e vanno dunque disapplicate. Il resto del contratto può rimanere “in vita” se queste clausole, disapplicate, non ne pregiudicano radicalmente il funzionamento. Vedremo fra un momento come le recenti scelte del governo italiano di Mario Monti abbiano modificato, integrato e, si potrebbe dire, potenziato, questo tipo di assetto.