Corriere della Sera, l’intervista a Fabrizio Corona
24/03/2014 di Ferma Restando
Giuseppe Guastella, cronista giudiziario del Corriere della Sera, intervista oggi sul quotidiano Fabrizio Corona, che deve scontare sei anni e due mesi di carcere anche se è stato condannato a stare ad Opera per 14. Corona, che ha spesso abituato a dichiarazioni originali, nell’intervista dice subito che il carcere gli ha salvato la vita:
«Il carcere mi ha salvalo la vita. Mi ha fatto tornare con i piedi per terra. È riuscito a fermare un treno in corsa perenne da anni che ultimamente aveva perso sogni, equilibri e alzato troppo l’asticella del limite. Mi ha fatto scoprire il senso della realtà, insegnato a star bene con me stesso e messo nelle condizioni di proseguire nel migliore dei modi lungo la strada della vita quando tornerò libero».
Corona non più oltre i limiti?
«Sono sempre lo stesso, il dna non lo puoi cambiare. Però sono migliorato, in tante cose. Sono più vero, più lucido e più uomo perché ho visto gente soffrire e morire, ho visto il tormento, la paura, lo sconforto, la vera solitudine e l’abbandono, ho capito cosa sono la cattiveria e la vera violenza. Tutto questo mi ha reso più forte». Pensa ancora di essere vittima di alcuni magistrati? «Nei miei confronti non c’è mai stata parità di giudizio: o scandalosamente innocente o dannatamente colpevole. È sempre stata solo una questione di simpatia o preconcetto, pregiudizio. Qui mi sono reso conto ancora di più dell’ipocrisia della giustizia italiana, che non è egualitaria. Assassini colpevoli condannati a 12 anni e solo presunti condannati all’ergastolo, anni di pena dati come fossero noccioline in carceri dove il concetto di rieducazione non esiste, dove le condizioni di vita, di igiene, di convivenza sono disumane e vergognose».
Sulla sua pagina Facebook, Fabrizio Corona fa pubblicare la sua busta paga del lavoro presso la casa circondariale di Opera:
Infine, nell’intervista Corona chiude parlando del figlio:
Con la libertà, cosa le manca?
«Mi manca tantissimo mio figlio e mi mancano da morire le emozioni quotidiane che la vita ti dà. Qui, in parte, è come essere morti».
La prima cosa che farà al primo permesso?
«Vado a scuola a prendere mio figlio. È un anno che mi immagino questa scena, e so che solo quando lo vedrò uscire mi renderò conto di quante cose ho buttato nella mia vita, quante cose ho veramente perso»
Fabrizio Corona, la fotogallery: