Cosa c’è dietro il fallimento del Teatro Eliseo, ora a rischio agibilità
15/07/2014 di Stefania Carboni
Oltre 9 milioni di debito, una società in liquidazione e una “particolare” struttura societaria.
È questa l’ombra che grava sul Teatro Eliseo, ora sotto sfratto e a rischio chiusura perché moroso nei confronti della Eliseo Immobiliare Srl, ovvero la proprietaria delle mura. La società non riceverebbe i canoni d’affitto da quasi due anni e il contratto di locazione si è perciò concluso il 27 dicembre 2013.
Eppure, come afferma il management del palcoscenico di Via Nazionale, ora la “nuova” Eliseo teatro srl avrebbe tutte le carte in regola per portare avanti l’attività. E’ vero? C’è Aria nuova?
Mica tanto, nella nuova gestione figura come procuratore speciale Massimo Monaci, ora direttore della struttura e figlio del vecchio patron dell’Eliseo, Vincenzo Monaci. La vecchia azienda, la Nuova teatro ha effettuato il “trasferimento d’azienda” alla nuova realtà, proprio il 27 dicembre scorso. Però, dietro, la gestione Monaci non tutto è ok. Infatti, il cash flow che emerge dalla visura della società (la Nuova Teatro) presenta 407 mila euro circa di negativo, con una perdita di bilancio nel dicembre 2012 di 672 mila e 943 euro.
QUELLE AZIENDE SULLA COLLINA DELLA MAREMMA – Come si è arrivati a questa situazione? Si è sempre parlato di crisi economica, ma i debiti sul bilancio della vecchia realtà pesano: 3 milioni e 633 mila euro circa di debiti commerciali, 1 milione e 457 mila e 411 euro verso i fornitori senza contare i 36 mila euro (secondo il direttore) impiegati per l’affitto dello stabile. Nella vecchia gestione figuravano a livello societario con il 6,77% di azioni Vincenzo Monaci, con il 5,37% per Giampaolo Vianello e con l’87,86 % la Maremma vera Srl.
Andando a spulciare dietro la proprietà di quest’ultima società ci si imbatte ancora in Vincenzo Monaci e nella sua consorte; si tratta di una azienda sulle colline di Grosseto dove il gestore dell’Eliseo ha realizzato una rinomata cantina di vini. Maremma vera Srl (in perdita nel 2012) ha infatti costituito nel 2007 la nuova Pieve Vecchia srl che ha dato vita alla elegante struttura firmata dal celebre designer Cini Boeri. Cin cin: mentre a Grosseto si brindava per la nuova creatura a Roma iniziava il declino dell’Eliseo. Nelle immobilizzazioni finanziarie di Maremma Vera figura (quotata a un milione e 39 mila euro) la spa del teatro di via Nazionale.
7 MILIONI DI FUS – Crisi o cattiva gestione? Le cifre del Fus, fondo unico per lo spettacolo parlano chiaro. L’Eliseo è una delle realtà private che spicca nella classifica fondi. Un milione e 508 mila euro nel 2007, 1 milione e 566 mila euro nel 2008, 1 milione e 468 mila euro nel 2009. Avanti così, fino al 2012, con un milione e 396 mila euro: per un totale di 7 milioni e 531 mila euro circa in sei anni.
2007 1.580.000,00
2008 1.566.760,00
2009 1.468.231,00
2010 1.330.321,00
2011 1.386.572,00
2012 1.396.508,00
IMMOBILIARE E MONACI – La lotta per il palcoscenico di Via Nazionale è in un certo senso “interna”. La triade che fa parte dell’Immobiliare è stata formata da Vincenzo Monaci, Stefana Marchini Corsi e Carlo Eleuteri. Monaci, come risulta dalle carte dell’azienda, ha però ceduto le sue quote questo gennaio. A spiegare ancor meglio la situazione è stato Eleuteri stesso, compagno d’azienda del patron, in una lettera aperta su Repubblica:
I problemi nascono non da azioni riferibili ai due soci comproprietari dello stabile bensì dalla gestione del terzo socio comproprietario e al contempo affittuario da cui la società immobiliare non riceve pagamenti dei canoni di affitto da quasi due anni e non può conseguentemente fare fronte alle rate di mutuo acceso per l’acquisizione delle mura.
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RISCHIO AGIBILITÀ – Ci sono due “cordate” interessate al palco calpestato da Totò e Luchino Visconti. Una appartiene al produttore Francesco Bellomo, l’altra all’imprenditore Cavicchi. Ma, secondo rumors, nella seconda ipotesi la balera tanto discussa non è assolutamente nei pianti dell’imprenditore. Dietro il patron del Palacavicchi ci sarebbero altre realtà teatrali interessate a via Nazionale (si parla del Teatro Golden). Una nuova rinascita? Il ministro Dario Franceschini intanto ha “blindato” la destinazione d’uso. Nonostante ciò i lavoratori della struttura sono preoccupati, senza stipendio e con una stagione da portare avanti. L’udienza di domani, dove la vecchia società del Teatro non intende mollare l’osso sullo sfratto subito dall’Immobiliare, presenta diversi punti critici. In primis il ricordo della fallita gestione alle spalle. E poi ci sarebbere una altra questione basilare: l’agibilità. Stando alle informazioni ricevute da Giornalettismo l’agibilità sarebbe scaduta lo scorso 30 giugno. Senza importanti lavori di ristrutturazione, che al momento nessuno è in grado di assicurare, il teatro, il prossimo 30 settembre, giorno fissato per una nuova verifica, rischia di vedersi ritirare l’agibilità. Cosa che vorrebbe dire mettere i sigilli alla struttura. Chi dovrà subentrare alla nuova realtà, quindi, dovrà accollarsi anche le eventuali spese di ristrutturazione. Altri soldi da sostenere.
Massimo Monaci, da gennaio 2013 anche nuovo presidente dell’AGIS Lazio, non intende mollare. «La crisi morde molto duramente e stiamo insistendo per fronteggiarla nella salvaguardia della qualità e dell’attività del Teatro Eliseo», dichiarava l’anno scorso su Repubblica davanti alle insistenti domande di Anna Bandettini. Stessi debiti, stesse storie. Finora però in via Nazionale non è cambiato granché: neanche il management.