Cosa è il free bleeding: l’ultima follia “femminista”
11/10/2017 di Stefania Carboni
«Io pratico free bleeding». Se non avete idea di cosa sia dovreste informarvi. Perché chi segue questa pratica è in aumento. Anche in Italia. Si tratta di donne che, nei giorni del ciclo mestruale, non fanno nulla per nascondere le loro cose. Niente assorbenti, niente tamponi, niente coppette. Sì avete letto bene: niente di niente. Si sporcano i vestiti e la biancheria senza problemi.
Perché secondo le FreeB le mestruazioni sono qualcosa di naturale. E non c’è nulla da nascondere.
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SAPETE CHE IL FREE BLEEDING NASCE DA UNO SCHERZO SU 4CHAN?
Come nasce il free bleeding? In realtà la sua origine è una cosa seria. Il problema è che è stato ripreso nel 2014 per motivazioni differenti. Partiamo dagli inizi, ovvero dagli anni ’70 quando il free bleeding è nato come reazione alla sindrome da shock tossico. Non c’era alcun movimento dietro, semplicemente molte preferivano, in piena cultura hippie, non usare nulla in quei giorni. Erano altri tempi e in quei casi le mestruazioni erano davvero vissute come un tabù. Basti pensare al fatto che nel 1973 fece notizia l’atto ribelle di 13 donne che, riunendosi negli Stati Uniti, hanno condiviso le storie del loro ciclo.
Ma passiamo ai giorni nostri. Ovvero alla storia di Kiran Gandhi (una MBA di Harvard, ex batterista del collettivo agit-rock MIA) che corse alla maratona di Londra nel 2015, senza assorbenti. Nel suo blog “A Modern Piece” Kiran ha esaltato la sua scelta. Scelta che finì su tutti i media. Ma da cosa è stata spinta l‘eroina femminista? Un anno prima i troll di 4chan lanciarono “Operation Freebleeding“, un falso movimento creato per incoraggiare le donne a rinunciare ai tamponi per sanguinare liberamente durante il loro periodo mestruale. I tamponi – secondo i troll di 4chan – erano ritenuti uno strumento di oppressione patriarcale. Molte femministe cascarono nella bufala. Così alcune pensarono di gironzolare, correre, andare a lavoro o fare la spesa senza ali e affini solo per il sacro nome del femminismo.
Ora non è ben chiaro come sanguinare liberamente possa aiutare realmente le bambine che in India non posso permettersi gli assorbenti. Piuttosto sarebbe più utile chiedere una tassazione minore sui prodotti femminili come gli assorbenti o sostenere ddl relativi al periodo mestruale. Il free bleeding si è mostrato utile solo in casi come quello inglese, quando decine di donne protestarono per ore di fronte al Parlamento, per declassare tampax e affini da beni di lusso. Sanguinarono tranquillamente senza protezioni proprio per dimostrare come quei prodotti fossero basilari e non semplice materiale da make up.