Cosimo Rubino, l’uomo che corre più veloce della metropolitana (di Roma)
08/12/2015 di Diego Zirla
Può un uomo battere una metropolitana? Può un essere umano con la sola corsa andare più veloce di un mezzo estremamente rapido e senza ostacoli dovuti al traffico su gomma? Possono due gambe essere più efficace di un mezzo su rotaia?
Tutti, a queste domande, risponderemmo, e rispondereste, con un fragoroso “no”.
E invece.
Invece Cosimo Rubino, telecamerina in testa, ottime scarpe da ginnastica, forma fisica invidiabile e fisico asciutto, ci ha smentito. Testimone l’amico e sodale Giorgio Natangeli, che ha cronometrato il tutto.
Certo, l’esperimento è stato fatto a Roma – dove la metro non corre come a Tokyo, per intenderci – e con due fermate molto vicine (Eur Palasport ed Eur Fermi, 350 metri circa) e, a dirla tutta, il nostro non paga il biglietto della corsa in metropolitana che va a “riprendere” dopo la corsa a piedi.
L’impresa, però, goliardica ma a suo modo geniale, è vinta. L’uomo ha battuto la macchina. E forse anche l’urbanista che pensò due fermate forse troppo vicine.
E nel caso, invece, fossero due gli amici di Cosimo e lui non avesse battuto la metro B, lasciateci nell’illusione. Già perché l’unico piccolo dubbio ci viene perché chi riprende dall’interno della vettura della metro non si vede in faccia alla fine del video. E, semplicemente, potrebbe essere un altro. Ma a noi piace credere a Cosimo e avendo corso con lui (la videocamera in testa ti sottopone a una faticosa soggettiva), siamo convinti che l’impresa ci sia tutta.
E poi la Metro B l’abbiamo presa. E in effetti i tempi coincidono. E soprattutto nella trasmissione Factotum di Teleradiopiù 90.7, incalzati dagli sms degli ascoltatori, sono loro a spiegare tutto. “Abbiamo studiato tutto, anche il posizionamento dei vagoni a Eur Magliana per far sì che io mi trovassi proprio sulla linea della corsa di Cosimo” spiega Giorgio Natangeli, 20 anni, la mente del gruppo, che studia jazz e si diletta nell’incrociare orari di semafori e convogli della metro per imprese impossibili. “E basta vedere i tag sui vagoni per capire che è la stessa vettura. E a chi dice che non si vede Giorgio nell’ultima parte del video, mi dà il 5 all’ultimo e si vede che ha la stessa felpa dell’inizio del video”.
Niente bufala, quindi, cari gombloddisti. E’ tutto vero. E la prossima impresa sarà… “la metro A. Tanto è anche più lenta”.