Cryptolocker, il virus che ti chiede il riscatto
10/07/2015 di Redazione
Cryptolocker
: l’ultimo comunicato della polizia parla della denuncia di sette ragazzi, tra i 23 e i 27 anni, studenti e professionisti del settore informatico, che secondo gli uomini della polizia postale di Trieste, sezione di Udine, sarebbero i responsabili di decine di estorsioni portate a segno usando il virus conosciuto come Cryptolocker.
COSA È CRYPTOLOCKER –
Cryptolocker è forse la minaccia informatica più temuta, il virus «sequestra» i file di un computer e li rende non accessibili fino a quando non si paga un riscatto e chi lo ha inviato «libera» la macchina infettata. Bersaglio preferito sono le piccole e medie imprese, che hanno scarse o nulle difese. Secondo la PolPost «è devastante», una volta infettato il computer il virus sequestra i file e li rende inaccessibili, poi sullo schermo appare un messaggio con un conto alla rovescia. Se non si paga il riscatto entro 72 ore tutti i documenti vengono cancellati, se lo si paga è lo stesso, perché una volta che il pc è infettato gli autori della truffa non fanno niente di più che contare i soldi.
7 DENUNCIATI –
La banda di giovani intercettata da un’indagine della Polizia postale e della Procura di Trieste sono accusati d’aver truffato con questo sistema 1.500 persone. Sarebbero riusciti a infettare anche i computer del tribunale di Udine, del Comune di Trento e perfino alcuni pc delle forze dell’ordine, incassando in pochi mesi 277 mila euro.
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PAGARE NON SERVE A NIENTE –
L’infezione può però essere fermata con un po’ d’attenzione, in questo caso il virus era veicolato con false mail di SDA che annunciavano un rimborso, una volta cliccato il link nella mail è fatta, non c’è più scampo, i documenti vengono criptati e parte il conto alla rovescia. La cosa migliore è quindi fare attenzione a cosa si clicca, regola aura di sempre e per sempre. Per i disattenti invece non resta che sperare in un rapido ed efficace degli antivirus e raccomandare come al solito la massima attenzione quando si aprono link strani o troppo allettanti, come ad esempio quelli che annunciano rimborsi o vantaggi inattesi.
(Photocredit copertina: SHAH MARAI/AFP/Getty Images)