Dal 30 giugno parte l’obbligo del Pos nei negozi. Ma non c’è sanzione per chi non lo fa

L’Italia è un paese straordinario. Infatti, dal prossimo 30 giugno scatterà l’obbligo per commercianti e artigiani di dotarsi di Pos per permettere il pagamento con bancomat e carta di credito ai proprio clienti. Un  servizio in più per i clienti starete pensando. E così sarebbe, infatti, se non fosse che il decreto che istituisce l’obbligo, non istituisce nessuna sanzione per chi non rispetta l’obbligo. Quindi, chi non si adeguerà all’imposizione, non rischierà assolutamente nulla.

 

bancomat

 

Secondo un decreto interministeriale del 24 gennaio scorso chi vende prodotti servizi o prestazioni è tenuto ad accettare pagamenti “con carta” per importi superiori ai 30 euro. L’obiettivo della norma – leggiamo su Repubblica – “è dissuadere dall’utilizzo del contante” e rendere più difficile la vita a chi evade. Obiettivo nobile, per perseguire il quale non c’è un’arma adeguata.

La norma era inserita nel decreto “Crescita 2012”, ma le proteste di associazioni e ordini professionali, ne aveva spostato l’attuazione dal primo gennaio al  30 giugno. Data della quale ormai siamo in prossimità. Secondo le associazioni, però, il Pos è un costo tutt’altro che trascurabile, valutabile in circa 1200 euro l’anno. Un costo che commercianti e professionisti non vogliono assumersi. E’ chiaro che – a questo punto – il combinato disposto tra l’assenza di una sanzione e gli alti costi di gestione, produrranno un flop per quanto riguarda l’obiettivo che la legge si poneva.

In realtà, lo stesso sottosegretario all’economia Enrico Zanetti  ammette i limiti dalla situazione “La norma non prevede una sanzione – ammette – ma avvia un percorso riconoscendo il diritto al consumatore. Non si può – conclude – scaricare interamente il costo di questo diritto sulle piccolo imprese”.

Insomma, come spesso succede in Italia, per non far torto a nessuno non si individua una linea lungo la quale agire. Per ora, quindi, si va avanti con una norma che non sanziona chi non la rispetta, e i consumatori sono gli unici che – a quanto pare – si vedono negare un servizio.

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